Mostre 2019: c’è il Pordenone poi liberty e fratelli Castiglioni

Gli eventi sulla Grande guerra si chiudono con la collezione di Gino Argentin Presentata La Loggia, in gran parte dedicata alla figura del de’ Sacchis



Con la conclusione del 2018 si chiudono gli appuntamenti dedicati al centenario della Grande Guerra: il gran finale è riservato alla mostra fotografica di Gino Argentin allestita sotto il porticato dell’istituto Don Bosco e che rimarrà aperta sino al 31 dicembre. Ieri c’è stata l’inaugurazione concomitante con la presentazione della rivista La Loggia a cura della ProPordenone.

«L’esposizione – hanno spiegato il direttore del Don Bosco don Riccardo Michielan e Argentin – è concentrata soprattutto sul periodo dell’invasione del Friuli e di conseguenza di Pordenone, di cui sono presentati documenti e foto molto interessanti».

La presentazione della mostra è stata anche l’occasione per preannunciare le future mostre che riguarderanno la città. Anzitutto, lo stesso Argentin ha presentato la mostra che intende realizzare a San Valentino dal titolo “Amore mio” sulle cartoline del periodo liberty che si scambiavano gli innamorati. Da parte della Pro Pordenone (di concerto col Comune), il presidente Giuseppe Pedicini ha anticipato una mostra in galleria Bertoia sempre sul tema Liberty. Particolarmente ricco sarà l’anno culturale per l’amministrazione comunale che, con l’assessore Pietro Tropeano, ha anticipato una mostra sul design dei fratelli Castiglioni.

La rivista La Loggia crea una sorta di filo conduttore: è infatti dedicata in buona parte al Pordenone ed è accompagnata da un’agenda che percorre i luoghi del grande artista. Ma sono anche tanti altri gli argomenti trattati nella rivista, come la storia dell’orologio del municipio curata da Stefano Zanut e alcuni articoli riguardanti la fine della Grande guerra e le sue conseguenze.

Presente anche una delegazione da Cordenons, con l’assessore alla cultura Silva Gardonio, per dare sostegno al ollezionista con cittadino. E da più parti è giunto l’impegno per realizzare il desiderio di Argentin, ovvero trovare un luogo idoneo dove esporre in maniera permanente la sua smisurata collezione «perché gli anni passano», è stata la constatazione di Argentin.

Infine, il direttore Michielan ha ricordato la preziosa presenza del pannello in marmo del “Bollettino della vittoria” all’ingresso dell’istituto, risalente al 1918 e firmato dal generale Diaz, portato in salvo dalla stazione ferroviaria di Pordenone. —



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