Morto Roberto Foramitti, l’ingegnere artista diviso tra lavoro e pittura

UDINE. Aveva scandito la sua vita distribuendosi equamente tra professione e passione, che hanno poi finito per essere interscambiabili. Ingegnere idraulico e fine artista: questo è stato Roberto Foramitti, morto lunedì 11 gennaio all’ospedale di Udine, dove era stato ricoverato per un malore.

Una figura molto conosciuta e apprezzata in provincia (e non solo), padre di Paolo, consigliere comunale della Lega, scrittore ed editore, e di Vittorio, architetto e docente universitario.

Roberto Foramitti aveva appena compiuto 98 anni, festeggiati lo scorso 12 dicembre. Oltre ai figli (e le rispettive famiglie), lascia la moglie Foscarina Vidal, con la quale abitava in viale Leopardi dal 1955.

«Si era sentito male durante la notte e domenica è stato portato all’ospedale per un controllo e trattenuto in osservazione. Il giorno successivo avrebbe dovuto far rientro a casa, così il personale medico ci aveva detto a ora di pranzo, invece alcune ore dopo mio padre è morto», racconta il figlio Paolo, ancora scosso dall’improvvisa perdita e dimesso pochi giorni fa dopo un lungo ricovero per un’operazione al cuore.

Roberto Formanitti si era diplomato al liceo classico Stellini, compagno di classe del giornalista e scrittore Sergio Maldini.

Fu allievo del 125º corso della Regia Accademia di Artiglieria e Genio di Torino fino all’armistizio del 1943, in onore del padre Daniele che aveva perduto a 12 anni, ufficiale nella Grande guerra e combattente in Africa orientale. Poi si iscrisse alla facoltà di Ingegneria a Padova, laureandosi nel 1949 in ingegneria civile idraulica.

Iscritto all’Ordine dal 1950 (fu presidente dal 1971 al 1975), Foramitti era stato dal 1951 al 1964 prima direttore di esercizio e poi vicedirettore tecnico dell’Organizzazione Ledra-Tagliamento. Fece parte di commissioni, regionali e provinciali, si occupò di opere di bonifica, lavori di sistemazione di vari fiumi (Varmo, Corno-Stella, Natisone), impianti di depurazione.

Al tempo delle alluvioni di Latisana, dopo la prima (1965) gli fu affidato uno studio per proteggere Palazzolo. Nel 1964 divenne libero professionista (dal ’93 contitolare dello studio tecnico Foramitti associati) e si occupò di piani urbanistici di vari comuni tra cui Palmanova, progettato zone industriali (Rivoli di Osoppo, Ponterosso di San Vito, Zau di Udine), il Mercato ortofrutticolo udinese e la Marina di Staranzano, zone residenziali come Villaverde di Fagagna.

Nel 1976, come presidente del Rotary di Udine, coordinò la gestione dei fondi per i terremotati (case per anziani a Sequals e Amaro, di una casa di riposo a Venzone e il Centro di restauro di Passariano).

Esercitò la professione fino a quasi 90 anni e scrisse anche una trentina di libri su questioni idrauliche e urbanistiche.

«Amava il suo lavoro – ricorda commosso Paolo – e in parallelo ha sempre coltivato la passione per la pittura, dipingeva soprattutto conchiglie che gli ricordavano la Toscana, dove passava l’infanzia da parenti. Dopo la morte del padre gli regalarono i colori per farlo distrarre e non smise più di dipingere: era la sua valvola di sfogo.

A partire dalla fine degli anni Settanta aveva cominciato a organizzare mostre con il Circolo friulano arti plastiche (Cfap), che aveva contribuito a fondare e che era un po’ il suo punto di riferimento. Ne ha fatte molte di rassegne, personali e collettive».

A partire dal 1982 partecipò a 27 rassegne regionali d’arte promosse dal Cfap. Mi ha lasciato – chiude il figlio – la correttezza professionale, l’onestà nei rapporti con le persone». I funerali saranno celebrati venerdì’ alle 14 nella Chiesa di Santa Maria del Carmine. —


 

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