Morto Riberti, storico direttore della Popolare di Pordenone

È morto a Conegliano, all’età di 98 anni, il dottor Mario Riberti, storico direttore generale della Banca popolare di Pordenone dal 1962 al 1983. Lascia la moglie Gabriella e i figli Carlo e Silvia.
I funerali saranno celebrati oggi, alle 15.30, nella chiesa parrocchiale di San Rocco a Conegliano. Nato a Roma il 5 gennaio 1918 da genitori veneti, Riberti accettò la proposta del presidente Tamai e il primo gennaio 1962 prese in mano le redini della Popolare di Pordenone.
Fu subito evidente che ci sarebbe stato un cambio nello stile di direzione.
La costruzione della nuova sede di piazza XX settembre venne fortemente voluta da lui, previa cessione del vecchio stabile su obbligo della Banca d’Italia.
Nel contempo volle che fosse lo sportello principe della Banca popolare di Pordenone. L’inaugurazione avvenne nel 1967.
Riberti abitò per un lungo periodo, sino alla quiescenza, nello stesso stabile. «Avete mai notato l’uomo della City? Si capisce subito se si tratta di un uomo di banca – diceva –. Bene, deve valere anche per noi. Voglio sentir dire, quando passate per strada: quelli sono della Popolare».
Il primo obiettivo che Riberti si pose fu quello di superare la Popolare Udinese. Ci riuscì nel giro di tre anni, con il bilancio del 1964. Nel consiglio di amministrazione sedeva anche Lino Zanussi, con il quale c’era un grande feeling. Non per questo il “magnate del bianco” favoriva Riberti.
Quest’ultimo puntò molto su due tra i più promettenti giovani della Popolare di allora, Sergio Varischio e Aldo Brusadin, i quali nel giro di un anno portarono a compimento un’impresa ciclopica: il passaggio di tutto il cartaceo al formato elettronico. Riberti ci teneva molto alla preparazione dei suoi collaboratori.
Li faceva partecipare a corsi, a riunioni formative e di aggiornamento, sempre al più alto livello. Una volta l’anno, chi se l’era meritato veniva portato allo Smau.
La formazione proseguiva poi al Boeuc in piazza Belgioioso, il ristorante dove si potevano incontrare i vari Sindona e Calvi, ovvero l’alta finanza dell’epoca.
Il tour faceva quindi tappa a San Siro per qualche partita e, sulla strada di casa, fermata obbligatoria Dall’Amelia a Mestre.
Alla fine del suo lungo mandato, nel 1981, il numero delle filiali era passato da tre a una trentina e quello dei dipendenti da 12 a oltre 300.
Fu un manager molto conosciuto, stimato, apprezzato per quanto riusciva a ottenere. Le sue frequentazioni erano sorprendenti: conosceva personalmente Guido Carli e Carlo Azeglio Ciampi.
Riberti era l’unico banchiere locale che ogni anno veniva invitato all’assemblea nazionale della Banca d’Italia.
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