Morto il dottor D’Onofrio, per 26 anni medico a Prata

PRATA. È morto il dottor Antonio D’Onofrio. Lo storico medico condotto è deceduto ieri mattina nella sua abitazione di via Manin all’età di 85 anni. Nativo di Spilimbergo, D’Onofrio soffriva di varie...

PRATA. È morto il dottor Antonio D’Onofrio. Lo storico medico condotto è deceduto ieri mattina nella sua abitazione di via Manin all’età di 85 anni. Nativo di Spilimbergo, D’Onofrio soffriva di varie patologie da un po’ d’anni, era anche stato sottoposto a bypass a Milano.

Laureatosi in medicina e chirurgia all’università di Bologna, aveva lavorato all’ospedale di Tolmezzo, quindi, come medico condotto, in numerose località del Friuli e della Destra Tagliamento fra le quali Prato di Resia, Forni di Sopra, Torreano di Cividale e Sesto al Reghena. A Prata venne assegnato nel 1972. In 26 anni di servizio prestato negli ambulatori di Ghirano e di Prata, D’Onofrio seppe farsi amare e stimare per le sue doti di schietta umanità evidenziate in centinaia e centinaia di consulti, interventi e visite.

Era una Prata ben diversa quella in cui il giovane medico si trovò a operare. L’industrializzazione faceva ancora a spallate con la comunità rurale e le problematiche, anche sanitarie, erano vaste. Con sapienza e complicità seppe far breccia rapidamente nel cuore dei pratesi, mettendo definitivamente dimora nella terra dei suoi assistiti. Raggiunta l’età di 70 anni si congedò dalla professione medica, ritirandosi a vita privata. Antonio, discendente di una famiglia di origini marchigiane stabilitasi in Friuli già nell’Ottocento (il padre era ufficiale giudiziario a Spilimbergo), lascia la moglie Vally Larice e i figli Paolo, medico chirurgo con studio odontoiatrico a Prata e marito di Rosa Gobbo, medico condotto a Prata, e Sonia, veterinaria.

I funerali saranno celebrati giovedì alle 10 nella chiesa parrocchiale Santa Lucia di Prata. La salma proseguirà poi per Tolmezzo dove verrà tumulata nella cappella di famiglia. Domani sera, alle 19, in chiesa a Prata verrà recitato il rosario in suffragio.

Giacinto Bevilacqua

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