Morirono nell'aereo precipitato a San Quirino, scagionati i tre inquisiti

La procura chiede l’archiviazione per gli indagati dopo lo schianto in Comina, costato la vita ad Armani e Giacon

PORDENONE. Schianto dell’ultraleggero a San Quirino, la Procura archivia l’inchiesta per disastro colposo e omicidio colposo. È stata depositata la consulenza tecnica affidata dal pm Monica Carraturo all’ingegnere torinese Francesco Di Blasi. Dalla perizia non emerge alcun profilo di responsabilità penale.

Nell’incidente aereo, avvenuto il 5 dicembre a San Quirino, persero la vita i due piloti dell’Alpi Aviation Pioneer 200, di proprietà dell’Aeroclub Pordenone, l’assicuratore maniaghese Mauro Armani, 65 anni e il colonnello dell’esercito in pensione pordenonese Roberto Giacon, 68 anni.

Carbonizzati nell’ultraleggero

L’ingegner Di Blasi doveva verificare l’affidabilità e l’efficienza del velivolo, accertare dinamica e cause dell’incidente o eventuali profili di responsabilità e infine appurare l’idoneità e la conformità alle normative vigenti dell’aviosuperficie.

L’esperto nominato dal pm aveva effettuato una serie di sopralluoghi, sia al campo da volo della Comina, che alla carrozzeria Cocozza dove sono custoditi i resti dell’ultraleggero. Al vaglio del perito anche la documentazione inerente il velivolo e la gestione dell’aviosuperficie.

Riprende corpo, così, l’ipotesi iniziale, emersa dal racconto dei testimoni dello schianto: ovvero che l’incidente possa essere stato causato da una perdita di portanza del velivolo, quando si trovava a una ventina di metri di altezza. Potrebbe essersi trattato di un errore umano: una manovra sbagliata o un calcolo errato da parte dei piloti, che ha portato il velivolo in stallo a un’altezza troppo ravvicinata al suolo.

La perizia assolve da ogni responsabilità i tre indagati. Del resto, avevano ricevuto l’avviso di garanzia solo come mero atto dovuto, in vista dell’espletamento delle operazioni peritali, per consentire loro di nominare i propri consulenti e legali di fiducia.

Nessuna responsabilità è stata dunque rilevata a carico dell’Aeroclub di Pordenone (proprietario del velivolo), dell’Alpi Aviation srl (che aveva costruito l’ultraleggero ed effettuato l’ultima revisione) e della Fly evolution centro motori (alla quale era stata affidata la manutenzione del motore).

Escono a testa alta dall’inchiesta, dunque, Riccardo Furlan, 61 anni, residente a Roveredo in Piano, presidente dell’Aeroclub Pordenone, Moreno Stinat, 50 anni, residente a Sacile, legale rappresentante dell’Alpi Aviation srl e infine a Michele Furgada, 28 anni, residente a Castions di Strada, titolare della Fly evolution centro motori.

L’ultima parola, ora, spetta al gip, che si dovrà pronunciare sulla richiesta di archiviazione. Le parti offese potrebbero, tuttavia, opporsi all’archiviazione. Assistono le famiglie delle vittime gli avvocati avvocati Marco Zucchiatti (per gli eredi di Roberto Giacon) e Giancarlo Zannier (per i familiari di Mauro Armani).

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