Morì nel cantiere, tutti assolti

Il giudice non ha ravvisato violazioni alle norme di sicurezza
Di Cristian Rigo
ANTEPRIMA UDINE GENNAIO 2002 TRIBUNALE NUOVO TELEFOTO COPYRIGHT FOTO AGENCY ANTEPRIMA
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MAJANO. Tutti assolti. A causare la morte di Nuri Tuka non fu una violazione delle norme di sicurezza. Il giudice monocratico del tribunale di Udine, Carla Missera ha infatti assolto tutti e tre gli indagati, accusati di omicidio colposo, perché il fatto non sussiste.

Nuri Tuka, operaio albanese, residente a Torviscosa, cadde da tre metri e mezzo di altezza, mentre, per conto della “Costruzioni Zaccariello srl”, il 4 giugno 2010, stava lavorando all’interno del cantiere aperto dal Comune di Majano in via degli Alpini, in un’ala della scuola materna del paese. All’epoca dei fatti Tuka aveva 33 anni e quella caduta gli risultò fatale. La Procura, ovviamente aprì un indagine e ottenne il rinvio a giudizio per di Nicola Zaccariello, 40 anni, di Cervignano (difeso dall’avvocato Massimo Vittor), chiamato in causa in qualità di legale rappresentante della ditta subappaltratrice dei lavori, Luciano Bonetto, 63 anni, di San Giorgio di Nogaro (avvocato Maurizio Conti), come direttore dei lavori, e Paolo De Tina, 51 anni, di Codroipo (avvocato Alessia Buffon e Flaviano De Tina), come amministratore unico della “Italplant”, impresa affidataria dei lavori. Secondo l’accusa, a vario titolo, i tre indagati avrebbero violato le norme di sicurezza, ma nel corso del processo lo stesso pubblico ministero Maria Caterina Pace ha optato per l’assoluzione.

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