Monumento agli infoibati contenente altri 52 nomi Urizio a caccia dei fondi

“Nel ricordo delle tante vite ingiustamente spezzate con le deportazioni in Jugoslavia per mano di partigiani comunisti filo-jugoslavia”. È questa la scritta che campeggia sul bozzetto del lapidario progettato dall’architetto Barbara Fornasir su indicazione della Lega Nazionale. Il monumento presentato da Luca Urizio in occasione del Giorno del Ricordo dovrebbe essere collocato al Parco della Rimembranza accanto a quello che già oggi ricorda i deportati goriziani, integrandolo.
«I paladini dell’omertà con le minacce, i tentativi di screditarmi e le azioni legali non mi hanno fermato, mi hanno anzi motivato a moltiplicare l’impegno, portandomi a visitare archivi italiani ed esteri e a confrontarmi con storici, anche stranieri, competenti in materia. Terminato il lavoro di ricerca sulle liste originali dei deportati da Gorizia con i rientri successivi all’1 ottobre 1945, il risultato è stato di 52 nomi da aggiungere a quelli presenti al Lapidario del Parco della Rimembranza», sottolinea Urizio che, mostrando il rendering, aggiunge: «Da ulteriori ricerche sembra che questo numero sarà ancora aumentato per cui tutti i nomi verranno inseriti al nuovo lapidario progettato gratuitamente per la città dall’architetto Barbara Fornasir» .
L’intento è quello di «dare pari dignità ai nomi di tutti i deportati, anche quelli trovati in un secondo tempo» e «realizzare una sorta di viale del ricordo in continuità con il monumento esistente».
Come spiegato da Urizio, da un punto di vista estetico, il nuovo lapidario replica il monumento di Caccia Dominioni, ma questo sarà realizzato in titanio («Materiale innovativo, resistente alle scritte vandaliche, che ha la particolarità di cambiare colore a seconda della luce che lo circonda rendendo così sempre vivo e vibrante, come dovrebbe essere il ricordo di quanto è successo»). «Mentre per le stragi di civili da parte dei nazifascisti, come è giusto che sia, ci sono centinaia di monumenti e steli che ricordano i colpevoli - ha precisato Urizio -; in Italia non ne abbiamo una che metta alla gogna i partigiani comunisti, nel nostro caso filo Jugoslavia».
I dettagli che hanno portato al progetto verranno illustrati il 2 maggio e in quella stessa data scatterà anche una raccolta fondi per la realizzazione del lapidario. L’idea di Urizio è di inaugurare l’opera il prossimo 16 settembre, data in cui si ricorda la Seconda redenzione di Gorizia, ma prima ci vorranno le coperture economiche.
Nel ricordare che, per il momento, il lapidario è solo un progetto che (oltre ai fondi) deve ancora ottenere tutte le autorizzazioni necessarie, il sindaco Rodolfo Ziberna non si dice contrario alla sua realizzazione. «Quando ho visto il rendering - osserva il primo cittadino - sono rimasto sorpreso. Avevo sempre pensato che sarebbe stata una stele, con i 52 nuovi nomi, da mettere accanto al monumento esistente per integrarlo. Non pensavo si trattasse di una cosa del genere. Se politicamente sono d’accordo, non so se i promotori riusciranno a trovare dei finanziatori».
A proposito della frase che punta il dito contro una precisa parte, Ziberna non ha dubbi e dice: «Credo faccia chiarezza, perché non si vuole accusare il mondo partigiano, ma solo quella parte che si rese responsabile delle deportazioni. Non si può dire genericamente partigiani, non si può dire genericamente comunisti e neppure jugoslavi. Bisogna restringere il campo». —
S.B.
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