Monte di Ragogna, la prima volta di una salita del Giro a numero chiuso

Il 20 ottobre 1.800 persone divise in settori, braccialetto colorato e tracciabilità garantita: ecco lo show al tempo del virus

UDINE. Non si sono arresi all’idea di veder passare il Giro d’Italia così senza poter far nulla, senza dimostrare perché da queste partiti ormai la corsa rosa sia di casa e rappresenti un vero biglietto da visita per i vari paesi del Friuli. Non si sono arresi al fatto che il monte di Ragogna, fulcro del circuito finale della tappa Udine-San Daniele, la sedicesima frazione del Giro d’Italia che si doveva correre in maggio ma la pandemia ha costretto a spostare al 20 ottobre, potesse essere chiuso al pubblico per evitare assembramenti tra i tifosi.

E così si sono inventati un diabolico “piano di battaglia” che è destinato, ancora una volta per quel che si fa da queste parti, a entrare nella storia.



Perché la salita del monte di Ragogna, quei 4 km all’insù dalle pendenze durissime, sarà chiusa completamente al traffico (bici comprese) dalla mezzanotte del 20 ottobre, ma non al pubblico. Ai lati della strada potranno piazzarsi, infatti, quasi duemila persone, per la precisione 1.800, divise in 10 settori a numero chiuso. Ciascuno sarà dato in gestione da Comune di Ragogna, Pro Loco e l’Associazione culturale Muris in festa del presidente Alessandro De Monte con i suoi molti appassionati volontari “pilotati”, con la supervisione di patron Enzo Cainero, ad alcune associazioni del territorio.

In omaggio al passaggio dei girini rinascono le Tigri di Monteaperta


Obiettivo? Sapere esattamente chi arriva e dove si posiziona. Chiaro il principio: si entra nel settore dopo la misurazione della febbre, ciascuno porta al polso un braccialetto del colore del settore assegnato, si posiziona in assoluta sicurezza e a distanza, mascherina al volto, per vedere gli spettacolari passaggi dei corridori attesi da due anni sul monte di Ragogna.

Risale infatti all’edizione 2018 la prima volta del Muro di Ragogna, sulla mappa del Giro d’Italia, anche se la salita culto dei cicloturisti friulani nella mappa dell’italica bici vi era già entrata a fine agosto 1991 grazie al tricolore vinto a San Daniele da Gianni Bugno.



E proprio quel che accadde due anni fa, tre ore o giù di lì prima dell’assolo di Froome sullo Zoncolan, ha fatto riflettere gli organizzatori. Quel bagno di folla sulla montagna sopra il Tagliamento avrebbe, quasi certamente la direzione del Giro d’Italia, a chiudere al pubblico la scalata, che i corridori il 20 ottobre, più o meno tra le 14.30 e le 16, dovranno ripetere tre volte.

Troppo alto, di questi tempi, il rischio di contagio, con anche un decreto del Governo che autorizza all’aperto solo eventi con al massimo mille spettatori a fare da muro invalicabile. E così una chiusura al pubblico della salita, come avvenuto sulle Alpi per alcune tappe del Tour de France solo un paio di settimane fa (vedi l’arrivo sul Gran Colombier), sarebbe stata quasi inevitabile.

Col piano “friulano”, invece, tutto si svolgerà in sicurezza. Basterà mandare una mail a presidente@prolocoragogna.it, per informazioni basta telefonare in Comune o alla Pro Loco, e il posto a bordo strada sarà prenotato. Questo piano, tra l’altro, consentirà su oltre 3 km di salita di far affluire 1.600 persone che saranno piazzate su entrambi i lati della strada. "Un’operazione possibile – spiega il patron delle tappe friulane, Enzo Cainero – grazie alla passione degli abitanti di Ragogna che non hanno voluto arrendersi alle ferree e giustificate restrizioni imposte dal virus".

Ai piedi della salita sarà, peraltro, posizionato un enorme cartellone con la dedica dello spettacolare tratto di strada agli alpini, protagonisti, durante la ritirata di Caporetto di una eroica pagina della Grande Guerra. Così, gratuitamente e in sicurezza, daremo a tanti tifosi la possibilità di assistere a uno dei passaggi più spettacolari della tre giorni friulana del Giro in Friuli.

Sulle strade friulane interessate alla tappa, dal 18 al 20 ottobre, opereranno, come sempre, almeno 1.500 volontari della Protezione civile, che saranno anche posizionati nei tratti più delicati delle frazioni, come ad esempio, a San Daniele poco prima del traguardo. La zona arrivo e partenza delle tappe, ricordiamo, sarà chiusa al pubblico, perché parte integrante di quella “bolla anti-Covid” in cui i corridori entreranno tra pochi giorni in Sicilia in vista della partenza della corsa partenza della corsa, per il resto, senza creare assembramenti, sarà possibile assistere al passaggio dei corridori sulle strade.

A distanza e con la mascherina. E magari, al termine della pandemia, senza più obbligo di mascherine e altro Ragogna avrà indicato la strada su come responsabilmente si possa seguire una gara di ciclismo. Senza eccessi, come troppo stesso accade. Ma con tanta passione.


 

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