Montalcini, riaffiora la Carta dei doveri

Da Pordenone a San Vito al Tagliamento. In questi giorni, la scomparsa di Rita Levi Montalcini offre lo spunto per valorizzare la grande eredità che lascia la scienziata, in questo caso nell’ambito dell’attenzione alla lotta contro le ingiustizie nel mondo.
In particolare è l’imprenditore Valerio Pontarolo, presidente regionale dell’Ance, a permettere di riscoprire sotto questo punto di vista la figura della Montalcini. La scienziata giunse a San Vito al Tagliamento il 20 giugno 1998, come principale moderatrice del forum internazionale “La Carta dei doveri umani”, promosso da Rotary (tutti i distretti italiani), Giovani industriali di Confindustria (allora presieduto da Emma Marcegaglia, anche lei presente) e International council of human duties. Quest’ultima, che raccoglie accademici da tutto il mondo, nacque proprio dalle idee di creare una Carta dei doveri umani dei Nobel Roger Sperry e Montalcini.
La scienziata, nel 1991, durante la sua lectio magistralis a Trieste per la laurea honoris causa, osservò che, dopo quella dei diritti dell’uomo, fosse «giunto il momento di parlare anche di una carta dei doveri». Dopo anni di lavori nacque un dodecalogo di doveri verso la persona umana, i popoli, i sofferenti e l’ambiente.
Nel 1998 Pontarolo, allora presidente del Rotary di San Vito al Tagliamento, organizzò il forum al liceo Le filandiere per divulgarla per la prima volta in assoluto: accolse Montalcini, che presiedeva i lavori, e decine tra premi Nobel, scienziati e personalità da tutto il mondo. Dagli atti del forum nacque un libro, stampato in 130 mila copie e diffuso in tutto il mondo. «Nei convegni sulla Carta in tutto il mondo ancora oggi si cita quel forum a San Vito – ha detto Pontarolo -. Rotary e Council of human duties ancora hanno come obiettivo l’approvazione della Carta all’Onu, stoppata per la contrarietà degli Usa. A San Vito e in provincia, in particolare nelle scuole, si continua a operare prendendo spunto, ogni anno, da un articolo del dodecalogo, come si continua a fare, anche tra scienziati e università, in tutto il mondo. La Montalcini, che ho incontrato svariate volte per organizzare il forum e in altre occasioni, era eccezionale. Ero accanto ad altri premi Nobel ed ero un po’ intimorito: mi mise subito a mio agio e fu un incontro incredibile».
Come al castello di Cordovado o a Villa Manin, sempre in quei giorni del 1998: «Durante la cena era presa dai problemi dell’Africa (la serata era a favore delle donne africane) e mi chimava “dottor Pontarolo” – ha raccontato l’imprenditore -. Feci notare che non ero laureato e lei mi rispose: “Non serve essere laureati per essere dottori, dottor Pontarolo”».
«Il distretto Rotary del Triveneto – ha concluso il presidente regionale dell’Ance – ha l’incarico di continuare i lavori per la divulgazione e l’approvazione all’Onu e il club di San Vito ha il ruolo di coordinamento per il Distretto. Se tutto andasse in porto, San Vito avrebbe avuto un ruolo di primo piano. Ora i convegni sulla Carta si fanno a livello più alto, ma non è detto che anche in provincia non organizzeremo qualcosa. L’occasione della scomparsa della Montalcini è per noi uno stimolo ad andare avanti su questa strada, nel nome del suo senso di giustizia».
Andrea Sartori
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Messaggero Veneto