Mitteleuropa, il monito di Petiziol: prepariamo il futuro o perderemo un’eredità che tutti ci invidiano

L’atto di responsabilità del presidente dell’associazione: «Ho 78 anni potrei smettere stasera ma mi sentirei un traditore»

Giacomina Pellizzari
Mauro Bordin, presidente del Cr Fvg (a destra nella foto), accanto a Paolo Petiziol, presidente dell'associazione Mitteleuropa
Mauro Bordin, presidente del Cr Fvg (a destra nella foto), accanto a Paolo Petiziol, presidente dell'associazione Mitteleuropa

«Sarebbe un vero delitto se il patrimonio di competenze e relazioni internazionali costruito in 50 anni di lavoro fosse perso o sminuito, perché non è soltanto mio, è nostro, è di tutti».

Con queste parole Paolo Petiziol, il presidente dell’associazione Mitteleuropa, dal palco della ventesima edizione del Forum annuale organizzata a palazzo Antonini Stringher, ha invitato la istituzioni a riflettere sul futuro del sodalizio perché lui, a 78 anni compiuti, con grande senso di responsabilità, pur non essendo in scadenza, pensa a chi passare il testimone.

Petiziol considera il passaggio di testimone un atto dovuto per «non buttare a mare un’esperienza maturata in 50 anni di collaborazione – tanti ne ha compiuti l’associazione – che le altre Regioni ci invidiano».

Perdere l’eredità sarebbe un delitto – sono sempre le parole di Petiziol – «contro la nostra terra: nessuna Regione in Italia più della nostra ha una vocazione naturale e la capacità di fare relazioni internazionali». Proprio perché tra le competenze dalle Regioni manca la politica estera, il presidente di Mitteleuropa concorda con chi paragona l’associazione a una sorta di braccio operativo del Friuli Venezia Giulia.

«Assieme ad altri ho costruito un patrimonio e anche se non ho intenzione di lasciare domani mattina, è arrivato il momento di pensare con chi sostituirmi» insiste Petiziol, senza escludere la possibile costituzione «di un direttivo dove ogni istituzione indica uno dei suoi».

Un punto, questo, condiviso dal sindaco di Udine, Alberto Felice De Toni, secondo il quale «il bagaglio di esperienze dell’associazione può avere un futuro come partenariato pubblico-privato, una sorta di alleanza e direzione condivisa tra Università, Regione, Comune e altri: sarebbe un valore aggiunto per il ruolo internazionale del territorio che è mitteleuropeo».

E Petiziol ribadisce: «Sono pronto a fare un passo indietro magari da presidente onorario, ma vorrei vedere la continuità di un organismo che altre regioni ci invidiano. Potrei smettere stasera ma mi sentirei un traditore».

Tutto questo mentre l’assessore regionale alle Finanze Barbara Zilli, esprimeva gratitudine per l’impegno dell’associazione e del suo presidente che «ha avuto la capacità di comprendere l’attualità e il futuro, portando al tavolo regionale relazioni diplomatiche salde che abbiamo il dovere di preservare».

Zilli ha poi consegnato a Petiziol una targa commemorativa per ringraziarlo dell’impegno e augurare buon lavoro all’associazione per i prossimi 50 anni. Dalle mani di Ivan Počuch, console generale della Repubblica Ceca a Milano, invece, Petiziol ha ricevuto una medaglia al merito per la diplomazia e «l’instancabile impegno e dedizione con cui ha contribuito a costruire ponti tra nazioni». I tempi odierni, ha aggiunto Počuch, «richiedono l’unione degli Stati per affrontare i conflitti, i cambiamenti climatici, migrazioni e innovazione: per fare ciò è necessario rafforzare identità e valori comuni, come ha fatto l’associazione Mitteleuropa per realizzare un’Europa pacifica, libera e unita».

Dello stesso avviso il presidente del Consiglio regionale Mauro Bordin: «Nel 1976, quando è nata l’associazione, le relazioni erano impossibili con molti Paesi, mentre ora possiamo contare su rapporti solidi con i nostri vicini, lo testimoniano Gorizia e Nova Gorica capitali della cultura».

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