Migliora la situazione in Slovenia: cadono i primi divieti a Lubiana, si torna a sciare ma dopo il tampone negativo

LUBIANA. La Slovenia inizia a sperare. A sperare di uscire dal tunnel del lockdown dove è stata compressa dalla pandemia di Covid-19. Un lockdown che dura da prima delle feste di Natale. Ma con la prossima settimana in nove delle 12 regioni del Paese (espressioni geografiche non entità amministrative) riprenderà a brillare un primo barlume di vita “normale”, se normalità ci potrà essere dopo questa epidemia. E a dare la prima notizia positiva da molte settimane a questa parte ha voluto essere il premier Janez Janša.
Escluse la Jugovshodna, la Posavska e la Goriška, in tutte le altre regioni del Paese da martedì prossimo riapriranno le scuole elementari in presenza (al 75%) fino alla classe terza, gli asili e l’accoglimento pre-scolastico. Tutti gli insegnanti coinvolti saranno sottoposti a test rapido dell’antigente nella giornata di lunedì. I bambini dovranno indossare la mascherina solo quando usciranno dall’aula, negli spazi comuni, gli insegnanti la indosseranno sempre (ovviamente niente mascherina per i bimbi dell’asilo infantile).
Saranno aperti i negozi che vendono scarpe e abbigliamento per bambini, le autofficine, le carrozzerie, le biblioteche e i musei dove l’afflusso di visitatori avrà un limite massimo che sarà calcolato in base all’estensione della superficie calpestabile in base al parametro: 1 persona per 30 metri quadri. Restano in vigore tutte le regole relative al distanziamento sociale e quelle introdotto dall’Istituto nazionale di sanità pubblica (Nijz).
A partire invece già da domani si potrà andare a sciare nelle località di montagna, ma si dovrà esibire l’esito negativo di un test rapido dell’antigente effettuato non prima di 24 ore dall’arrivo sulla neve. Anche qui vige il distanziamento sociale. Saranno potenziati i controlli da parte degli ispettori sanitari e della polizia. A livello nazionale, la situazione è tale che siamo a un buon mezzo passo fuori dalla fase nera verso quella rossa, ha detto il primo ministro Janez Janša in una conferenza stampa dopo la sessione di governo.
La transizione non è così forte da poterci riempire di gioia, ma è un progresso. Le tendenze al ribasso suscitano ottimismo nella maggior parte delle regioni e in 9 su 12, ha annunciato il premier, sono sufficienti per consentire il primo allentamento parziale delle norme anti-Covid. Janša ha sottolineato che sarebbe necessario seguire rigorosamente tutte le misure elaborate da governo e dal Nijz per non peggiorare nuovamente la situazione. L’esecutivo, insieme alla leadership Nijz e al gruppo consultivo Covid-19 presso il ministero della Salute, ha affrontato una serie di altre misure che a tale scopo si vanno introducendo in alcuni Paesi, e che saranno adottate nei prossimi giorni anche in Slovenia.
Secondo i dati ufficiali di martedì scorso su cui ha lavorato il governo per elaborare le decisioni, la media settimanale dei ricoveri per Covid-19 era 1.200 e quella dei contagi a livello nazionale di 1.327. Per entrare in fascia rossa, ricordiamo, i dati devono certificare un numero di ricoveri minore a 1.200 e di contagi minore di 1.350 (medie nazionali in 7 giorni). Secondo il piano dell’esecutivo, un maggiore allentamento delle misure è previsto al passaggio dalla fase rossa a quella arancione, che si verifica quando la media di sette giorni di contagi e il numero di ricoverati scende sotto quota 1.000. Secondo il premier Janša, in base alle tendenze attuali ciò potrebbe avvenire a febbraio.
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