Mercato di Tarvisio, l’ira degli operatori: "Qui non ci sono camorristi"

TARVISIO. Lo definiscono «un brutto fulmine a ciel sereno, che ci lascia stupiti e amareggiati». Gli operatori del mercato di Tarvisio non ci stanno a essere accostati alla malavita, come avviene nella relazione sul primo semestre 2018 stilata dalla Direzione investigativa antimafia coordinata dal procuratore Carlo Mastelloni. Nel documento, tra i casi di infiltrazioni mafiose a Nordest citati c’era anche quello che parlava di «soggetti collegati alla camorra che si sono insediati anche nel mercato di Tarvisio».
È bastato per sollevare l’indignazione di chi nella storica struttura commerciale, divenuta fissa nel 1957, vive e opera ogni giorno.
«Qui ci sono 106 operatori e altrettante famiglie, tutta gente perbene, che con queste faccende non ha nulla a che fare. Avremo mille difetti, ma camorristi proprio no» affermano in coro alcuni commercianti, nello specifico Susy Albano, Tullio De Rosa, Ciro Iacomino, Giovanni Giusti e Giuseppe Albano. Riscontri negativi diretti, visto che la clientela cambia ogni giorno, non ce ne sono stati, ma a livello di immagine non è una bella pubblicità. Ieri, tra i banchi e nei corridoi del mercato non si parlava d’altro: «Ci siamo rimasti molto male.
Già dobbiamo fare i conti con un periodo di crisi, se una voce del genere arriva in Austria le conseguenze si possono ben immaginare – aggiungono gli operatori –. Noi non sappiamo di chi si parli nel rapporto Dia, non abbiamo idea di chi possa essere implicato con la camorra. Se è stato appurato che da queste parti sia transitata qualche “mela marcia” si isoli il caso specifico, senza dare etichette a tutta una categoria che, tra mille difficoltà e sforzi, porta avanti la sua attività».
La polemica si è diffusa a macchia d’olio anche sui social, in particolare sul gruppo “Tarvisio Cortina da un pezzo”, mentre un operatore ha scritto di «sentirsi offeso» dall’associazione tra camorra e mercato, invitando l’amministrazione a prendere posizione. Il sindaco, Renzo Zanette, respinge qualsiasi accostamento negativo: «Sono rimasto incredulo, Tarvisio e il suo mercato non si meritano una simile etichetta.
Non abbiamo niente a che fare con la criminalità organizzata. Bisogna distinguere responsabilità personali, se esistono, da quelle di una comunità, senza fare di tutta l’erba un fascio». Il primo cittadino, nel rivolgere un plauso all’operato delle forze dell’ordine che garantiscono legalità e sicurezza sul territorio, ricorda: «Nel nostro storico cuore commerciale operano ogni giorno persone e professionisti stimati, chiamati a fronteggiare momenti di congiuntura economica complicata ma sempre pronti a dare un servizio di qualità. Il mercato, per il suo rilancio, ha bisogno di un’immagine positiva e non di simili pubblicità».
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