Meno zanzare, più prevenzione: sparito il virus febbre del Nilo

Nel 2018 accertati 38 casi di cui tre mortali: a oggi invece nessuna segnalazione. L’infettivologo Bassetti: determinanti disinfestazione e informazione ai cittadini
Bonaventura Monfalcone-18.09.2018 Disinfestazione-Ronchi dei Legionari-foto di Katia Bonaventura
Bonaventura Monfalcone-18.09.2018 Disinfestazione-Ronchi dei Legionari-foto di Katia Bonaventura

West Nile virus, 9 cose da sapere

Zero casi accertati di Febbre del Nilo. Del virus che nel 2018 in Friuli Venezia Giulia aveva causato tre morti e un totale di 38 casi accertati di cui 14 con fenomeni neuroinvasivi, quest’anno sembra non esserci traccia. Non almeno a oggi. «Zero casi», conferma il professor Matteo Bassetti, coordinatore della rete infettivologica regionale, che tuttavia invita alla prudenza, considerato che al termine dell’estate manca ancora tutto il mese di agosto e settembre.

Resta il fatto che l’assenza di infezione da West Nile virus accertate è un risultato non trascurabile che premia la strategia messa in campo su più fronti dalla Regione.

«A livello comunale e regionale si è lavorato bene sulla disinfestazione e a questo si è aggiunta un’importante attività di educazione dei cittadini che ha giovato e fatto sì che quest’anno ci siano meno zanzare. Anche per effetto di un clima diverso, meno umido e dunque non favorevole al loro sviluppo», commenta ancora Bassetti che sul fronte medico ha lavorato alla messa a punto di chiare regole d’ingaggio.

«La rete infettivologica si è data delle linee guida – fa sapere l’infettivologo – per evitare i casi di “al lupo, al lupo” che c’erano stati l’anno scorso». Non basta insomma qualche linea di febbre per far scattare i protocolli diagnostici legati al virus. «Nel 2018 sono stati fatti esami in situazioni in cui si poteva tranquillamente evitare. A gente che aveva appena qualche linea di febbre. Oggi li facciamo solo in presenza di più segnali: febbre sì, ma anche sintomi neurologici», conclude il medico che tiene a sottolineare anche l’importanza dell’informazione: «L’anno scorso era stato montato un fenomeno, si era parlato di epidemia, ma 38 casi in una regione di 1,2 milioni di abitanti non possono ovviamente essere considerati tali». Sufficienti però a spingere la Regione a correre ai ripari.


Alla vigilia dell’estate l’assessore regionale alla Salute, Riccardo Riccardi, ha varato infatti uno spallato piano d’azione triplicando le risorse rispetto al 2018 (sono passate da 100 mila euro a 300 mila) così da consentire interventi di disinfestazione puntuale nei 62 Comuni dove nel 2018 il virus era stato particolarmente invasivo. Una campagna preventiva senza eguali affidata al nuovo centro unico per il coordinamento regionale delle strategie di contrasto alla diffusione di patologie come il West Nile virus e lo Zika virus causate dalla puntura di zanzara che come detto ha dato i sui frutti.

Soddisfatto Riccardi: «Abbiamo cercato di fare un lavoro preventivo, con più risorse e una stretta collaborazione con il dipartimento di prevenzione. L’azione è stata incisiva e ne siamo soddisfatti: i dati, al momento, ci danno ragione dell’importante lavoro svolto».

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