Medico vinto dalla malattia a 41 anni

Martignacco: Igino Rigato lascia la moglie e tre figli piccoli, oggi l’addio a San Vito al Tagliamento

MARTIGNACCO. «Che peccato, che voglia avevo di vivere». Queste sono state le parole che Igino Rigato ha rivolto alla sorella Martina quando ha ricevuto la diagnosi del cancro allo stomaco che non gli ha lasciato scampo. Non c'era rabbia nelle parole del medico 41enne, ma ancora voglia di vivere, nonostante ormai sapesse che poco o niente c'era da fare. Igino Rigato era sposato con il grande amore della sua vita, Stefania, conosciuta nella corsia del reparto dell'ospedale di Cattinara dove lui era medico e lei specializzanda.

Si sono sposati e hanno avuto tre bambini, Anna che ora ha cinque anni e mezzo, Federico che ne ha tre e la piccola Rosa, che compirà un anno il 17 marzo. Originario di Nogaredo di Prato, si era laureato a Trieste, dove ha vissuto per molti anni, lavorando al Cattinara al fianco del professor Claudio Tiribelli, dedicando la propria professionalità anche alla ricerca sulle malattie del fegato. Ha trascorso un anno a Seattle negli Stati Uniti proprio come ricercatore, per poi fare ritorno in Italia. Dal 2007 al 2011 ha lavorato all'ospedale di San Vito al Tagliamento, dove assieme alla famiglia aveva preso casa. Era quindi tornato a Trieste, alla clinica patologie del fegato, la cui Fondazione aveva contribuito a far nascere.

Nell'agosto 2012 la prima diagnosi, l'intervento, il ritorno al lavoro e la voglia di farcela, di lottare fino in fondo, perché la vita - diceva - merita di essere vissuta appieno.

Un anno dopo la prima, è arrivata la seconda diagnosi, quella che non gli ha lasciato scampo. Giovedì si è dovuto arrendere e ha salutato tutti. «Era rigoroso nel suo lavoro - racconta la sorella Martina -, non si risparmiava mai, aveva la capacità di andare incontro alle persone con umanità e comprensione. Igino riusciva a cogliere il buono in tutti. La sua forza e la sua serenità ci hanno colpito nel profondo anche e soprattutto nella malattia, che ha vissuto con lucidità fino all'ultimo istante. Gli bastava vedere un raggio di sole per ritrovare la voglia di sorridere».

Era sempre stato un uomo attivo, Igino, appassionato di montagna. Prima di ammalarsi stava programmando una scalata alle Tre Cime di Lavaredo. Alcuni amici la faranno in suo nome. Ma un segno indelebile l'ha lasciato al centro di Cattinara, come dice il professor Tiribelli: «Igino è stato una “stella” della Fondazione e ne è stato un padre fondatore.

Abbiamo perso un amico e un collega, ma soprattutto abbiamo perso un amico. Ma Igino sarà sempre per ognuno di noi il punto di riferimento di come si curano gli ammalati e come si coniuga clinica e scienza. Grazie Igino di tutto quello che ci hai dato». I funerali si svolgeranno oggi alle 10.30 nel duomo di San Vito al Tagliamento. Eventuali offerte saranno devolute alla Fondazione (www.fegato.it).

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