Mazzette sulle protesi acustiche i giudici assolvono l’imprenditore

LATISANA. Centinaia di pazienti indotti a usufruire di specifiche ditte per l’acquisto di protesi acustiche dietro compensi ai sanitari. Un giro d’affari da oltre mezzo milione di euro.
Scoppiava così l’inchiesta dai Nas coordinata dall’allora procuratore aggiunto Raffaele Tito sul giro di mazzette che, nel novembre 2011, portò a sei arresti fra medici che lavoravano all’ospedale di Latisana, imprenditori e audioprotesisti.
L’ultimo capitolo di quella vicenda, che ha visto dieci indagati e una lunga serie di patteggiamenti, si è chiuso ieri al tribunale di Udine con una sentenza di assoluzione con motivazione dubitativa a norma del 2° comma dell'articolo 530, pronunciata nei confronti di Andrea Luigi Bertolini.
L’imprenditore padovano di 46 anni, amministratore della Medicalaudio Srl era accusato di aver promesso e consegnato denaro e beni a un otorinolaringoiatra in servizio all’Ass 5 per indurlo a privilegiare la sua ditta a danno di altre per la fornitura di apparecchi acustici.
Secondo il meccanismo ricostruito dai Nas, ai pazienti affetti da ipoacusia sottoposti a visite mediche negli ospedali di Latisana e Palmanova sarebbe stata evidenziata la necessità di acquistare apparecchi acustici e l’opportunità di privilegiare l’impresa di Bertolini per l’acquisto. I rappresentanti della sua azienda si presentavano a casa del paziente come inviati dal medico ospedaliero.
In cambio Bertolini, secondo l’accusa, avrebbe promesso a Francesco Tripaldi, medico che ha patteggiato, soldi per l’avvio di un’attività commerciale nel settore delle protesi acustiche in Puglia, un ambulatorio udinese gestito da Medicalaudio e un soggiorno di due giorni per due persone a Firenze.
Oltre alle accuse di corruzione, Bertolini doveva rispondere del reato di comparaggio per aver promesso denaro all’otorino in cambio di prescrizioni mediche destinate ad agevolare la vendita dei suoi apparecchi acustici. Reati per i quali la pubblica accusa aveva chiesto una condanna a due anni e quattro mesi.
«Non c’è stata prova di alcuna dazione – ha dichiarato l’avvocato Enrico Ambrosetti nella sua arringa a difesa di Bertolini –né vi è mai stata prova di alcun trattamento privilegiato o di somme pagate da parte del mio assistito, quanto al viaggio offerto da Bertolini, fu solo un regalo dettato da un rapporto di amicizia».
Dopo un’ora di camera di consiglio i giudici (presidente Angelica Di Silvestre, Qualizza e Pecile a latere) si sono pronunciati con un’assoluzione. Si ferma così il procedimento che ha visto anche l’Ordine dei medici e l’Ass5 costituirsi parte civile.
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