Maxitruffa Gaiatto «Si chiamino in causa le banche estere»
L’avvocato Daniele Pistolesi, presidente e fondatore dell’Afue (Associazione vittime di truffe finanziarie internazionali) chiederà alla procura della Repubblica di Pordenone di acquisire le 450 firme raccolte nella petizione «a sostegno dell’istanza depositata dagli avvocati Enrico Conti e Michele Peretto in merita alla chiamata in causa dei responsabili civili (le banche depositarie estere) per l’udienza dibattimentale programmata martedì prossimo, 26 novembre».
La raccolta firme è stata conclusa ieri. Nel testo si recita: «Sosteniamo e riteniamo che l’ammissione dell’istanza di chiamata in causa dei responsabili civili (le banche depositarie) nel procedimento penale cosiddetto “Venice Gaiatto” rappresenti l’unica reale possibilità per ogni parte offesa di ottenere risarcimento e giustizia. Le parti offese credono nella giustizia e vorremmo che il tribunale di Pordenone facesse sentire tutte le parti costituite come cittadini italiani e cittadini europei. In effetti la direttiva europea di giugno 2019 in ambito bancario specifica e risottolinea l’importanza e la centralità dell’attività delle banche in Europa e della lotta al crimine transfrontaliero spesso commesso proprio a causa della scarsa applicazione delle norme bancarie, nazionali ed europee. Le direttive e i regolamenti europei devono e dovrebbero essere applicati nella loro vera dimensione: la tutela del credito e la tutela del debole. In Europa, come in Italia, per prelevare 3 mila euro esistono normative che rendono difettosa la semplice operazione e il soggetto che chiede di aprire un conto corrente in qualsiasi istituto di credito deve essere bene identificato: l’iban del conto corrente deve corrispondere al soggetto che aperto il credito». —
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