Maturità sullo show di Berlusconi al Quirinale

Uno, due, tre e lo show di Silvio Berlusconi al Quirinale è finito sulla cattedra alla maturità per spiegare la «regola della mano destra» in fisica: capita a Pordenone nei colloqui dell’esame di Stato. Il “santino” in tre foto del Cavaliere che gesticola è quello della conta con le mani fatta il 12 aprile, sul colle più alto di Roma, a fianco del leader leghista Matteo Salvini: un’icona web che serve ai liceali presi nella morsa dell’esame. Anche per trovare direzione e verso del prodotto vettoriale in fisica. E vai con la maturità in salsa scientifica e la benedizione di Silvio a duemila candidati in Friuli Occidentale che se la cavano alla grande: in crescita i “centini” e diplomi “cum laude”. Rari come i panda albini i bocciati.
Botto di quattro “centini” e una lode al Pertini: l’istituto per geometri ha aumentato gli allori. Cento con lode sul diploma dei tecnici dell’edilizia di Alessio Centazzo. «A 17 anni è stato il migliore gestore dei cantieri edili sui banchi di scuola tricolori – ha ricordato Maurizio Paron –. Sul primo gradino del podio delle gare nazionali 2017 del ministero dell’Istruzione, Alessio ha incassato l’alloro e mille euro battendo 55 concorrenti di altre scuole nazionali». Idee chiare («studierò ingegneria dopo il diploma») e assegno ministeriale per le eccellenze di circa 300 euro. Gli altri centini: Alessandro De Bortoli, Dimitri Verardo studente lavoratore e Chiara Portello. Record di centini e lodi anche in una classe del liceo Grigoletti: in quinta B Clil dove si studia anche Cicerone in lingua inglese: quattro 100 e una lode sul diploma.
«È meglio tornare a scuola». Lo hanno fatto Raffaella Costa e Dimitri Verardo, iscritti alla quinta A serale nel Pertini con altri 11 studenti-lavoratori con l’età media di 35 anni. Per loro il diploma ha un valore speciale e può cambiare la vita e anche il conto corrente. «A 16 anni ho fatto una sciocchezza lasciando il liceo Pujati a Sacile – Dimitri ha fatto il mea culpa –. Sono operaio in un’azienda e ho coltivato il sogno di un diploma: l’ho raggiunto a 25 anni e spero di diventare progettista». Non è mai troppo tardi per tornare sui banchi. «Per amore ho lasciato la scuola dopo il biennio di qualifica a 16 anni – ha ricordato Raffaella –. Mi sono pentita e dopo 24 anni potrò incorniciare la mia pergamena. Mi servirà per accedere a mansioni superiori nella professione. Alla busta paga non penso: quello che vale è la soddisfazione personale». Ci mettono il cuore. «Studiare è una sfida e opportunità nel Pertini: che offre la seconda occasione – ha spiegato Paron, vicario del dirigente Aldo Mattera –. Verardo ha affrontato l’esame con una tesina sull’approccio antisismico giapponese in Italia. Costa ha presentato il caso Torviscosa come esempio di archeologia industriale». –
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