«Matita non indelebile», imprenditore si rifiuta di votare - Il Video

Sulla scia di Piero Pelù il tormentone arriva anche a Pordenone: scheda “congelata”, carabiniere e ispettore della Questura al seggio

PORDENONE. Piero Pelù, a differenza di Mal e Bobby Solo, non abita in provincia di Pordenone. Tuttavia il tormentone delle matite cancellabili nei seggi elettorali allestiti per il referendum, ha ugualmente coinvolto la città del Noncello.

Il ruolo del cantante "paladino delle matite", poco dopo le 13 di oggi, domenica 4 dicembre, è stato preso da Giorgio Reffo, imprenditore titolare dell'Elettrosystem, azienda pordenonese con sede in via delle Crede.

L'uomo, recatosi a votare al seggio 30, in via Piave, alle scuole elementari del quartiere di Torre, è uscito dalla cabina chiedendo una matita che tracci segni effettivamente indelebili perché, a suo dire, quella di cui era stato dotato non aveva queste caratteristiche.

Matita cancellabile, polemica al seggio a Pordenone

Non è dato sapere se il titolare dell'Elettrosystem abbia usato o no una sua gomma nel seggio per fare la prova, fattispecie che integrerebbe una violazione di legge. Si sa solo che l'elettore si è detto sicuro del fatto suo.

La presidentessa di seggio gli ha spiegato che il segno della matita era cancellabile solo su carta semplice, non sulle schede elettorali. Reffo, però, è rimasto convinto della sua idea, chiedendo fra l'altro perché nel seggio vi fosse una gomma.

L'imprenditore ha poi fatto intervenire uno dei carabinieri presenti al seggio e ha raccontato i fatti al direttore di Telepordenone Gigi Di Meo e al Messaggero Veneto.

Successivamente sul posto è sopraggiunto anche un ispettore di turno della Questura.

Reffo ha rifiutato di imbucare la propria scheda nell'urna e ha lasciato il seggio dichiarando la propria volontà di farvi rientro alle 20.30 “per votare con una matita che tracci segni effettivamente indelebili”.

Nel pomeriggio, mentre la cronaca e la rete ribollono di segnalazioni, ecco la nota del Viminale: «Le matite cosiddette “copiative” sono indelebili e sono destinate esclusivamente al voto sulla scheda elettorale».

«Le Prefetture possono utilizzare anche le matite che sono rimaste in deposito dagli anni precedenti» aggiunge il ministero, precisando che si utilizzano matite prodotte da Faber-Castell «da almeno cinque anni».

Basterà a rasserenare gli animi? A giudicare dal merito delle denunce, che segnalano tratti cancellabili o l’uso nei seggi di matite non copiative o più vecchie dei cinque anni indicati dall'Interno, la storia non finisce qui.

Curiosità per capire come si concluderà la vicenda.

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