Marra: «Nessuno deve morire per strada»
In attesa dell’esito degli accertamenti sulla morte dell’immigrato indiano di 40 anni trovato privo di vita, nei giorni scorsi, sulle scale esterne vicine all’accesso al parcheggio multipiano Vallona,...

In attesa dell’esito degli accertamenti sulla morte dell’immigrato indiano di 40 anni trovato privo di vita, nei giorni scorsi, sulle scale esterne vicine all’accesso al parcheggio multipiano Vallona, Mauro Marra, presidente dell’Associazione immigrati Pordenone, è voluto intervenire sul tema.
Sinora l’unico dato certo, sulla scorta degli accertamenti effettuati dal medico legale Bomben, è che la vittima non è deceduta a causa di assideramento. Sono al vaglio le ipotesi di un improvviso malore e di un’eventuale assunzione di sostanze nocive per la salute. Sul posto non sono stati trovati sacchi a pelo o segni rivelatori di un giaciglio.
«Alle immagini dei migranti che muoiono tutti i giorni nel canale di Sicilia si aggiunge ora la figura di un’altra vittima della Bossi-Fini, morta di miseria sulla porta di casa nostra – ha tuttavia affermato Marra –. Si chiamava Karnail Singh, aveva 40 anni, una moglie e due figli in India. Era arrivato a Pordenone da Reggio Emilia dove aveva perso il lavoro e, di conseguenza, grazie alla Bossi-Fini, anche il permesso di soggiorno: unica alternativa, la strada, con tutto quello che ne consegue. E tutto quello che ne consegue l’ha ucciso, una notte di novembre, in piena solitudine, in un garage del centro di Pordenone. Le responsabilità di questa morte – ha continuato Marra – sono sotto gli occhi di tutti: da più di vent’anni l’immigrazione viene vista solo come problema di ordine pubblico; da parte delle istituzioni non è mai stata fatta alcuna politica di inclusione per questi cittadini che ogni anno portano un saldo attivo di diversi miliardi di euro nelle casse dello stato, e questo non lo diciamo noi, ma i dati dell’Istat».
Poi la critica all’amministrazione comunale che, a detta dell’Assoimmigrati, «in nome del “decoro urbano” dà la caccia a tutto ciò che non cade sotto i canoni del loro perbenismo ipocrita. Ma i poveri ci sono e non sono invisibili, anche se si tenta di cacciarli sotto il tappeto, come la polvere, e nessuno deve morire in questo modo per l’arroganza e l’ingordigia di pochi. Nessuno deve dormire per strada e soprattutto nessuno deve morire in strada».
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