Mario Christmas funky and soul

Il grande Biondi atteso a Udine venerdí al Nuovo

La giornata di un artista internazionale nel settore della musica come Mario Biondi è certamente stressante, ma il crooner che la scena mondiale ci invidia e che ora torna nei negozi e negli stores digitali con Mario Christmas (un album che racchiude in se tutta la magia del Natale, ma non solo) trova il tempo per condividere con noi la gioia di cantare nuovamente nella nostra città, venerdì al Teatro Nuovo Giovanni da Udine, con inizio alle 21 (esclusiva regionale). Gli ultimi biglietti per il concerto, che vede l’organizzazione dello stesso Teatro e di Azalea Promotion in collaborazione con il Comune, sono in vendita direttamente alle biglietterie del teatro.

«In tour – ci confessa Mario - le giornate scorrono veloci e uguali: teatro, albergo, viaggio, teatro, albergo. È nei periodi tra una tournée e l’altra che si riescono a trovare gli spazi per dare vita alla creatività e a trasformarla in disco, come è successo di recente con Mario Christmas, uscito il 25 novembre per la Sony Music».

Come descriveresti il nuovo album? «Non è un disco di Natale tradizionale, di quelli standard: è invece un progetto con molto funky, molto soul, c’è dentro quindi molto del mio linguaggio. Contiene nove grandi classici natalizi, come Last Christmas, Let it Snow o Have yourself a Merry Little Christmas, rivisti però alla mia maniera. Compongono la tracklist anche due inediti, Dreaming Land e My Christmas Baby (The Sweetest Gift)».

Un disco registrato a Milano, al QRecording di Red Canzian, curato in studio di registrazione dal fonico padovano Alberto Roveroni. Com’è lavorare con lui? «Alberto è matto come un cavallo (dice ridendo, ndr). No... è un ragazzo di grande cultura, che lavora con attenzione ed esperienza. Ha sicuramente dato un valore aggiunto al progetto Mario Christmas, il suo contributo è stato veramente importante».

Dopo i primi album con due etichette indipendenti e prima di firmare con la Sony hai fatto parte della “Tattica” di Renato Zero. È accaduto qualcosa che vi ha diviso? «No, assolutamente. Solo che Renato è strutturato in maniera quasi esclusiva per l’Italia e non è attrezzato per una divulgazione estera. Lui stesso ha detto che non riusciva a rappresentarmi al meglio sul territorio internazionale».

A tal proposito: com’è recepita la musica italiana all’estero? Siamo ancora quelli di O sole mio e del mandolino, oppure si accorgono che esportiamo anche produzioni differenti, come ad esempio le tue? «L’Italia è un microcosmo con varie proposte, che cambiano da una regione all’altra. All’estero percepiscono le varietà culturali e generali del nostro Paese e della nostra musica».

Cosa proporrai a Udine per Sun, il Tour? «Lo show sarà caratterizzato dai brani di Sun, di Mario Christmas e quelli che hanno caratterizzato il mio percorso, le mie canzoni più famose. Sarò accompagnato sul palco dagli eccezionali “Italian Jazz Players”».

Lo scorso 10 maggio Mario è stato protagonista in concerto a Londra, sul palco della leggendaria Royal Albert Hall, per l’inizio del fortunato Sun, il Tour, che ora - a grande richiesta - arriva a Udine.

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