Mara Navarria racconta il suo 2018 fenomenale:«Un oro da favola, ma penso già a Tokyo»

UDINE. Caporal Maggiore capo Mara Navarria. Il passaggio nel Gruppo sportivo degli Alpini rinsalda il legame della spadista di Carlino con la propria terra e le proprie origini. Mara ama il Friuli e in Friuli vuole trascorrere il suo futuro sportivo e personale. Attualmente si allena e vive però a Rapallo e da lì non si sposterà, almeno fino a dopo le Olimpiadi di Tokyo 2020. Torna a Carlino ogni volta che le è possibile, ma l’ingresso tra gli Alpini la rende ancora più vicina alla sua amata regione.
Per Mara il 2018 è stato un anno straordinario, la consacrazione a livello internazionale: ha vinto il titolo mondiale individuale nella spada e poi la Coppa del Mondo. L’abbiamo intervistata in questi giorni di festa, mentre era immersa completamente nella calda atmosfera familiare di Carlino.
Mara che anno è stato il 2018?
«È stato una bomba, un anno di emozioni fortissime, sia in pedana che fuori. Il titolo mondiale mi ha dato grande popolarità e ho sentito una grande vicinanza da parte dei friulani. Sono molto legata alla mia terra, ma mai prima d’ora avevo sentito questo legame così forte.
Che cosa ti ha insegnato il 2018?
«Tecnicamente ho lavorato moltissimo e mi sono divertita in pedana, ma sono fiera di essere riuscita a ritagliarmi dei momenti familiari e personali molto importanti. Ho capito che alle volte è possibile saltare un allenamento per stare con mio figlio Samuele e che lo si può recuperare la domenica mattina. Questa consapevolezza mi fa alzare continuamente l’asticella e mi permette di crescere ancora».
Qual è l’attimo che ricorderai per sempre di questo anno?
«Certamente il momento in cui sono salita sul gradino più alto del podio ai mondiali. Mi sono resa conto di tutto quello che avevo fatto durante l’anno. Ho pensato a cosa rappresentava quell’oro. Mi sono ricordata chi ero e da dove venivo. Ho guardato indietro la mia strada ed ero felice, anche se la strada è stata caratterizzata da tanti intoppi e anche se questo titolo è arrivato tardi. Ho pensato anche a chi è stato vicino a me in tutti questi anni. Questo pensiero ancora mi commuove. Cantavo l’inno, ma nello stesso tempo ero staccata: ho vissuto un film veloce, fatto di facce e persone».
Il passaggio negli Alpini è stato un passaggio naturale, più vicino alle tue origini.
«Mi fa sentire più a casa, sicuramente. In molti mi hanno detto che ora sono una friulana doc. Vincenzo, mio nonno paterno, era un ufficiale medico alpino e questo mi rende orgogliosa».
Quando torni in Friuli?
«Il mio futuro è giallo e blu, ma fino alle Olimpiadi non cambio nulla. A gennaio iscriveremo Samuele a scuola a Rapallo, anche se spero che in Liguria faccia solo il primo anno. Voglio tornare a casa, ma non voglio nessun cambiamento fino a Tokyo. Intensificherò il lavoro con il mio team super professionale, di cui, oltre al mio maestro Roberto Cirillo e mio marito Andrea Lo Coco in veste di preparatore fisico, fanno parte anche Alessandro Vergendo (mental coach) e Rosarita Gagliardi (breath coach). Con loro ho trovato grande equilibrio».
Questo fine anno è stato ricco di riconoscimenti e premiazioni.
«Grazie ai miei successi tante persone si siano avvicinate a me per chiedere informazioni sulla scherma e su come riesca a conciliare sport e famiglia. Su instagram l’hashtag “mammatleta” è molto usato e mi fa davvero piacere».
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