Manifestazione pro Gaza In centro restano le scritte

Coinvolti anche i bambini. Il boicottaggio divide giovani musulmani e anarchici L’Ascom: «Chi si definisce pacifista non dovrebbe additarci come il nemico»
Di Martina Milia
MANIFESTAZIONE PRO PALESTINESI PIAZZA XX SETTEMBRE
MANIFESTAZIONE PRO PALESTINESI PIAZZA XX SETTEMBRE

I Giovani musulmani prendono le distanze dagli anarchici e l’Ascom contrattacca: «I pacifisti non si comportano così». Il giorno dopo la manifestazione pro Palestina resta la soddisfazione degli organizzatori per la partecipazione e una coda di polemiche per alcuni personalismi. Resta anche la piazza centrale della città, il salotto “buono”, con scritte e disegni fatti col gesso. Non indelebili certo, ma non un bel biglietto da visita per chi usa uno spazio pubblico.

Ascom. I clienti «non hanno risposto all’appello», ma i volantini che invitavano a boicottare lo shopping sabato, nella giornata della manifestazione a sostegno delle vittime di Gaza e della Palestina «ci hanno lasciato alquanto sorpresi – evidenzia Aldo Biscontin, presidente mandamentale dell’Ascom – perché chi si professa pacifista non dovrebbe additare altri, in questo caso i commercianti, come dire “prendetevela con loro”. Noi continuiamo a ribadire che siamo pronti a partecipare a una manifestazione che sia davvero per la pace. Ci sono due popoli che soffrono non uno. Bene ha fatto la Questura a vietare un corteo fazioso».

Giovani musulmani. I ragazzi che hanno promosso il presidio si dicono soddisfatti della risposta e di come sono andate le cose e prendono le distanze dagli anarchici. «Noi non volevamo andare contro nessuno, quella dei volantini è stata una loro iniziativa, noi non l’abbiamo condivisa» spiega Alberto Muzzin, uno dei promotori. Hanno rispettato il divieto all’uso delle bandiere, invece, gli esponenti di partito. Anche se molti, proprio per la prescrizione imposta dagli organizzatori, hanno scelto di non partecipare al presidio.

La piazza. Ieri mattina, nonostante la pioggia di sabato sera e il concerto dell’Emfaber band (per i 20 anni di Emergency), che ha riempito la piazza, il salotto buono della città si mostrava ancora pieno di scritte fatte col gesso: dalla bandiera dalla Palestina a scritte di vario genere. Come quella “Una pietra che un bambino lancia impedisce al cielo di cadere”. Scritte che ieri mattina hanno fatto storcere il naso a più di qualcuno perché, se è vero che il gesso non è indelebile, è pur vero che le prescrizioni per chi usa la piazza sono solitamente stringenti. «Evidentemente non per tutti – mormorava qualcuno –. I commercianti non possono neanche mettere un’insegna ma chi manifesta può disegnare sul pavimento della piazza senza che nessuno dica nulla». Resta da capire se le piogge di questi giorni basteranno a ripulire la pavimentazione o se il costo sarà a carico della collettività.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Messaggero Veneto