Maniago e i suoi eroi «Vivi per miracolo nel rogo alla Zanussi»

Oggi, festa di Santa Barbara, il ricordo dei 70 anni della sede Il primo capo del distaccamento: «Una passione, rifarei tutto»
MANIAGO. Sarà un 4 dicembre particolare quello vissuto oggi dai vigili del fuoco maniaghesi. Il giorno in cui tradizionalmente si celebra la patrona del Corpo, Santa Barbara, diventa in questo 2017 anche l’occasione per festeggiare una ricorrenza significativa: i 70 anni dalla nascita del distaccamento. Una presenza inizialmente sotto forma di presidio antincendio, nel lontano 1947 postbellico, con personale composto da soli volontari. Poi la costituzione di una struttura permanente con due vigili e due ausiliari di leva che si alternavano nelle 24 ore, con il contributo fondamentale dei volontari.


Alla guida del distaccamento c’era negli anni Settanta Angelo Bruna, il primo vigile del fuoco permanente della storia di Maniago. Anche grazie al suo apporto si arrivò alla realizzazione della nuova sede, inaugurata il giorno di Santa Barbara del 1994. Oggi il distaccamento di Maniago è una realtà in cui prestano servizio 28 vigili del fuoco permanenti, in grado di fronteggiare qualsiasi emergenza. Ma è ancora viva la memoria dei tempi “eroici” e in questi 70 anni di storia il nome di Angelo Bruna è quello che lasciato tuttora l’impronta più profonda. «I primi anni sono stati davvero incredibili e all’inizio anch’io ero solo un volontario, finché il mio datore di lavoro mi ha detto: “O fai il vigile del fuoco o fai il meccanico” – racconta Bruna, ora in pensione ma ancora in gran forma, a dispetto delle 71 primavere –. Allora mi presentai al concorso e diventai vigile del fuoco professionista. Eravamo in due in servizio permanente. Ci alternavamo in turni di 24 ore e quando il mio collega si prese il congedo matrimoniale mi ritrovai a lavorare per 33 giorni di fila senza tornare mai a casa, 24 ore su 24. Ma lo rifarei volentieri. Per me è sempre stato ben più di un lavoro. Era una passione. Ed era bellissimo il rapporto con la gente, sentire l’affetto e il supporto dei maniaghesi. Un periodo di grandi soddisfazioni. Si era arrivati presto a registrare mezzo migliaio di interventi all’anno». Il suo nome è legato anche allo storico 21 dicembre ’81 quando un attentato provocò il più vasto e distruttivo incendio avvenuto nel Maniaghese. Un ordigno era stato posto sotto il deposito di gpl del magazzino Zanussi Metallurgica. La deflagrazione provocò la fuoriuscita del gas. All’esplosione seguì un violento incendio con oltre 200 mila litri di gas combustibile. «Un autentico inferno, ma per miracolo – ricorda Bruna, che guidò le squadre in quel rogo epocale – non ci furono feriti o morti. A un certo punto dissi a 5 colleghi che stavano operando sopra il tetto di scendere perché la struttura era a rischio. Pochi minuti e il tetto crollò improvvisamente». Inevitabile chiedersi come il personale riuscì a gestire un’emergenza di quella gravità avendo una struttura organizzativa ben lontana da quella attuale. «Fummo bravi – sottolinea Bruna –, ma anche fortunati. Tra l’altro quell’episodio resta ancora avvolto dal mistero: la matrice dell’attentato non è mai stata chiarita. Ricordo che l’ordigno era comunque di tipo rudimentale».


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