Mangiarotti licenzia ancora e adesso è anche in vendita

La Westinghouse intenzionata a mettere sul mercato la società a gennaio. Previsti tagli al personale per ridurre i costi. Sindacati pronti alla mobilitazione

SEDEGLIANO. Annunciati nuovi licenziamenti alla Mangiarotti Westinghouse. La società, ora 100% Westinghouse UK, la holding che ha acquisito la partecipazione del 70% detenuta da Toshiba, sarà messa in vendita il prossimo anno con la prospettiva di arrivare alla cessione entro marzo 2018. La società opera in Fvg nelle due sedi di Monfalcone (attiva nel settore nucleare) e Pannellia di Sedegliano (oil&gas). Proprio la componente nucleare renderà più complicata la trattativa, escludendo competitors provenienti da alcuni Paesi.

L’annuncio durante l’incontro tra azienda e sindacati, e poi al centro dell’assemblea di ieri a Pannellia. Forte la forte preoccupazione dei dipendenti circa il futuro di Mangiarotti e i tagli paventati. «I licenziamenti non sono stati ancora ufficializzati ma come sindacato abbiamo assunto una posizione di intransigenza su questo punto e non saremo disponibili a discutere al tavolo di nuovi esuberi - dichiara Carlo Cimenti, Fiom Cigl -.

Siamo convinti che il problema dell’azienda si può risolvere con una riorganizzazione che, attraverso investimenti, migliori l’efficienza produttiva. La situazione finanziaria è tesa, il bilancio è in negativo di 52 milioni di euro. Per rendere appetibile lo stabilimento Oil&Gas di Pannellia sarà necessario ridurre i costi e l’azienda vorrebbe farlo tagliando il personale. Noi – afferma Cimenti- ci opporremo in tutti i modi possibili.

La società si è riservata di comunicare a inizio 2018 i nuovi licenziamenti; quando avverrà la nostra risposta sarà l’immediata proclamazione dello stato di agitazione».

Trapela che Mangiarotti avrebbe una visibilità ridotta nel settore l’Oil&Gas, e vada a rilento l’acquisizione di grandi commesse. «Come sindacati abbiamo avuto di recente un incontro in Confindustria per parlare della situazione di Pannellia e delle prospettive che appaiono incerte. L’azienda si dichiara intenzionata a salvaguardare lo stabilimento, ma adottando misure per noi sbagliate e inefficaci».

«Abbiamo proposto di riavviare la contrattazione di secondo livello per ottimizzare la produzione - aggiungono Luigi Oddo, Uilm, e Fabiano Venuti Fim Cisl, l’azienda ha risposo no».

Non bastasse, Mangiarotti «non ha concordato con le Rsu il piano ferie di fine anno limitandosi a emettere una comunicazione unilaterale di chiusura riservandosi di richiamare al lavoro del personale, ma senza indicare chi». Fim, Fiom e Uilm dissentono: hanno chiesto di smaltire le ferie pregresse annunciando azioni di protesta se l’azienda non ritornerà al tavolo e non si dimostrerà rispettosa del contratto di lavoro.
 

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