Mangia funghi sott'olio e finisce all'ospedale

Sottoposto a cure e dimesso. Il 71enne non possiede l’apposito patentino. Angelini: «Fate controllare quanto raccogliete»
Il dottor Claudio Angelini (al centro), responsabile degli Ispettorati micologici, durante una lezione sui funghi
Il dottor Claudio Angelini (al centro), responsabile degli Ispettorati micologici, durante una lezione sui funghi

Nel piatto i funghi non conoscono stagione. Ma altrettanto in agguato è sempre il rischio di scambiare per commestibili specie velenose o di sbagliarne conservazione e cottura. Succede così che si può finire in ospedale anche per intossicazione da funghi raccolti e messi sott’olio l’anno precedente. «Con l’avvento dei congelatori e l’abitudine di conservare i funghi anche sott’olio – commenta il dottor Claudio Angelini, responsabile e referente regionale degli Ispettorati micologici delle Aziende sanitarie – gli avvelenamenti da funghi si verificano ormai un po’ tutto l’anno». È di questi giorni il primo caso del 2018 di avvelenamento da funghi in provincia di Pordenone. Un uomo di 71 anni di San Giorgio della Richinvelda ha consumato funghi che riteneva fossero “chiodini” (Armillaria mellea), raccolti lo scorso autunno e conservati sott’olio. Dopo poche ore dal pasto ha accusato sintomi quali nausea, vomito e dolori addominali tali da doversi recare al pronto soccorso di Spilimbergo.

È stato immediatamente allertato il micologo reperibile dell’Aas, al quale è stato consegnato un campione dei funghi sott’olio che l’intossicato aveva portato con sé. Dopo le analisi di laboratorio è stato accertato che in realtà era stato consumato il fungo velenoso Hypholoma fasciculare, più conosciuto con il nome popolare di “falso chiodino”. Si tratta di un fungo velenoso, ma non mortale, e le cure del caso portano a guarigione in pochi giorni. L’uomo non è risultato in possesso del patentino di raccolta funghi.

Dunque, per la legge si tratta di un raccoglitore abusivo che ha ritenuto di aver raccolto una specie commestibile forse basandosi su un confronto fotografico. «Tengo a ricordare – dice Angelini – che in Friuli Venezia Giulia per raccogliere funghi ci si deve munire del previsto patentino, che si acquisisce dopo aver frequentato un corso e superato una prova orale. Da quando il patentino è obbligatorio, ovvero dal 2001, nessun caso di avvelenamento è occorso a quanti in possesso di tale abilitazione.

Tutti gli avvelenamenti verificatisi in questi anni sono accaduti a chi aveva raccolto funghi abusivamente o gli erano stati regalati. La legge regionale – conclude il dottor Angelini – quindi funziona e ha funzionato nel prevenire le intossicazioni da funghi in regione. In ogni caso, si raccomanda una volta di più di far controllare i funghi raccolti per autoconsumo all’Ispettorato micologico dell’Aas. Il servizio, oltretutto, è gratuito».

Il servizio dell’Ispettorato micologico è garantito da settembre a novembre (su appuntamento in altri periodi) a Porcia (Claudio Angelini, via delle Risorgive 3, telefono 0434-596118 oppure 335-258795), Azzano Decimo (Sara Rizzetto, via XXV aprile, 0434-423394 oppure 331-6445643), Sacile (Franca Pusiol, via Ettoreo 4, 0434-736299 o 320-4643437), Maniago (Manuela Auty, via Unità d’Italia, 0427-735245 o 320-4643494).–



 

Riproduzione riservata © Messaggero Veneto