Manager pubblici pensionati, addio poltrone d’oro

Incarichi in enti e società Partecipate saranno ammessi solo a titolo gratuito. Telesca: norma corretta, nella Sanità non sarà nominato chi è in quiescenza

UDINE. Stop ai pensionati-manager. Ricambio generazionale o rottamazione che sia, la riforma della pubblica amministrazione voluta da Matteo Renzi manda davvero in pensione i pensionati. Perché da fine agosto è legge il divieto agli amministratori pubblici di assegnare incarichi di studio e di consulenza, dirigenziali, direttivi e ruoli in organi di governo di amministrazioni pubbliche, a lavoratori pubblici e privati che siano già in pensione. Non solo.

Lo stesso divieto vale anche per incarichi in enti e società controllati dalla pubblica amministrazione. La nomina di un pensionato è possibile solo se per un anno e gratuitamente, mentre il limite non viene applicato per chi venga designato assessore in una giunta. La norma sarà gradita alla presidente Debora Serracchiani, che ha fatto del cambiamento una bandiera, anche se un paio di incarichi a pensionati sono stati assegnati anche da lei.

Sorriderà, invece, il capogruppo di Forza Italia in Consiglio Riccardo Riccardi che nel novembre 2013 aveva provato a trasformare l’intenzione in legge regionale, prima nella norma cosiddetta “di manutenzione”, poi nella Finanziaria 2014, vedendosi respingere la proposta dal centrosinistra, che la riteneva incostituzionale. Oggi invece il diktat viene da Roma.

I pensionati nelle Partecipate

Sono soprattutto le società controllate da Regione, Province e Comuni quelle ad avere più poltrone occupate da ex lavoratori (come riportato in tabella). Alla scadenza degli incarichi già assegnati, però, la proroga non sarà possibile a ameno che il ruolo non venga svolto per un anno al massimo e gratis. Ma forse a quelle condizioni non sarà più appetibile. Tra i pensionati con un incarico ricevuto dal governo regionale i più importanti sono al vertice di Autovie Venete e di Fvg Strade. Il presidente della concessionaria a gestire l’A4, Emilio Terpin, è stato indicato dalla giunta di Renzo Tondo e scadrà tra circa un anno.

Maurizio Castagna, invece, è stato scelto da Serracchiani e il suo ruolo non ha un termine fissato. Se non sceglieranno di operare a titolo gratuito, invece, i vertici di Fvg Strade andranno cambiati, a gennaio il presidente Pietro Paviotti (nominato da Serracchiani) e in aprile il direttore generale Augusto Burtulo. Stessa sorte toccherà al leader dell’Aeroporto Fvg, Sergio Dressi, indicato da Tondo, in scadenza entro metà 2015 e non certo “in buone” con l’amministrazione Serracchiani.

Altra nomina dell’attuale giunta è quella di Luciano Aita all’Ater di Udine, in uscita entro metà 2015, nomina che nel Pd ha creato più di un mal di pancia. Altri pensionati d’oro la cui professionalità è tornata utile sono quelli nominati dalle giunte del sindaco di Udine, Furio Honsell, e di Trieste, Roberto Cosolini. Nomine che vanno dai democratici Ferdinando Milano e Gianfranco Patuanelli fino all’ex parlamentare, già vicepresidente del Fvg e vicepresidente del Consiglio sanitario nazionale Aldo Gabriele Renzulli, uno dei riferimenti in regione sul tema della Sanità.

Telesca: norma corretta

La legge tocca anche ospedali e aziende sanitarie. Oggi i pensionati sono due – all’Ass dell’Alto Friuli Beppino Colle (in servizio fino al 30 settembre) e all’ospedale di Pordenone Pierluigi Fabris. Tutti gli attuali direttori generali sono in scadenza a fine anno, perché la riforma della Sanità riorganizza anche l’assetto istituzionale della sanità in Fvg e quindi le nomine. A partire dai due commissarri che la giunta indicherà per le Aziende ospedaliero-universitarie di Udine e Trieste. Professionisti che non saranno pensionati. «Penso che la legge sia giusta – commenta l’assessore Maria Sandra Telesca –, che vada nella giusta direzione di favorire un ricambio generazionale, interpretando le aspettative dei cittadini. I vertici della sanità in regione, quindi – assicura Telesca – non saranno pensionati».

I dirigenti regionali e comunali

L’applicazione della legge varrà anche per i super-dirigenti o i direttori della Regione e dei Comuni. Nell’attuale assetto dell’amministrazione regionale gli incarichi sono stati rivisti e corretti dalla giunta Serracchiani. I super-dirigenti della Regione sono in scadenza a fine anno e per il rinnovo degli incarichi l’esecutivo terrà conto anche della nuova incompatibilità. I pensionati-manager non saranno ammessi anche nell’universo della scuola, delle istituzioni educative e delle università.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Messaggero Veneto