Maltrattamenti fisici e morali all’asilo nido il giudice sospende l’educatrice per 8 mesi

Attraverso intercettazioni audio e video, documentati spintoni, pizzicotti e bambini lasciati cadere sul tappeto



Divieto temporaneo di esercitare l’attività. Questo il provvedimento che la polizia ha notificato nei giorni scorsi a un’educatrice friulana che lavorava in un asilo nido dell’hinterland udinese. Alla donna viene contestata – come si legge in una nota diffusa ieri dalla questura – un’ ipotesi di reato di maltrattamenti fisici e morali nei confronti dei piccoli che frequentano la struttura per la prima infanzia.

Gli investigatori della Squadra mobile – guidati dal vicequestore Massimiliano Ortolan e sotto il coordinamento della Procura di Udine – hanno cominciato a indagare nello scorso mese di aprile utilizzando anche riprese audio e video. Sono stati ascoltati, inoltre, più testimoni.

Le condotte rilevate consistevano nel rivolgersi ai bambini con tono di voce alto, brusco e aggressivo, anche usando espressioni denigratorie, nonché in strattonamenti, grida e spintonamenti dei piccoli, provocando così i loro pianti. In una circostanza una bambina è stata lasciata cadere sul tappetone dall’altezza dell’adulto. Un’altra volta un bambino è stato afferrato per le braccia, sollevato di peso e lasciato cadere sul tappetino in modo brusco facendogli battere la schiena. Talvolta ai bimbi venivano dati dei pizzicotti. Gli accertamenti, come spiega ancora la polizia, hanno permesso di acclarare le responsabilità dell’educatrice e consentito al Gip del Tribunale di Udine Matteo Carlisi, su richiesta del pm barbara Loffredo, di emettere nei suoi confronti l’ordinanza applicativa della misura che le vieta temporaneamente l’esercizio dell’attività di educatrice di asilo nido e ciò per otto mesi dalla data della notifica, avvenuta sabato scorso.

«L’indagine – ha spiegato il responsabile della Mobile, Ortolan – è partita dalla segnalazione di comportamenti anomali effettuata da persone interne alla struttura le cui testimonianze, successivamente, sono state convergenti. Sono stati poi raccolti elementi tali da convincere l’Autorità giudiziaria a disporre, tra metà aprile e metà giugno, le intercettazioni audio e video e così il quadro si è ulteriormente chiarito. Tra l’altro le testimonianze raccolte anche lo scorso settembre hanno confermato il medesimo tipo di condotte. Di qui l’emissione della misura cautelare».

Il procuratore capo di Udine, Antonio De Nicolo, intervenendo sul caso in questione, ha osservato: «In queste vicende, l’attenzione degli inquirenti e dell’autorità giudiziaria è sempre massima. Ogniqualvolta ci sia sentore di maestre o di maestri che perdono il controllo o che non sanno rapportarsi con i bambini o che li spaventano, noi ci siamo e non ci tiriamo indietro. Questo non vuol dire creare a tutti i costi dei mostri. Si tratta piuttosto di persone che si sono rivelate inadeguate. Mi piacerebbe poter dire che questo sarà l’ultimo caso, ma purtroppo – ha concludo il procuratore de Nicolo – sono situazioni non così rare e che talvolta riusciamo a documentare attraverso i filmati delle telecamere». —



Riproduzione riservata © Messaggero Veneto