Malore in vacanza morto Dino De Anna

Fratello di Elio, aveva 72 anni. Fu docente universitario e chirurgo di fama L’altra notte si era accasciato in hotel ed era stato soccorso dalla moglie

Un persistente dolore allo stomaco dal pomeriggio, una cena leggera, una partita a carte interrotta per la stanchezza, il rientro in stanza e il malore fatale. L’ex senatore, primario, docente universitario e luminare della medicina Dino De Anna – 72enne fratello del consigliere regionale già assessore e presidente della Provincia di Pordenone Elio – è morto all’una di ieri notte nella stanza d’hotel dove si trovava in vacanza con la moglie e altri amici, sulle rive del lago di Heviz, in zona Balaton, in Ungheria. Ieri pomeriggio l’autopsia, il cui esito sarà comunicato oggi. Solo dopo potranno avviare le pratiche per il rimpatrio della salma.

Dino De Anna, nato il 16 ottobre 1945, si trovava in vacanza nella rinomata località termale con la moglie Mirella Tamisari e due coppie di amici, una di Pordenone l’altra di Monselice, come avveniva da tempo un paio di volte l’anno. Erano arrivati in Ungheria domenica e avevano programmato di rientrare oggi.

L’ex senatore, che non aveva problemi di salute, aveva cominciato a lamentare dolori allo stomaco nel pomeriggio. Dolori che non si erano attenuati col passare delle ore. Aveva optato per una cena leggera, quindi la consueta partita a carte con gli amici. Quando ne mancava una, aveva rinunciato, accusando forte stanchezza. Aveva preferito fare rientro in camera con la moglie.

Verso l’una si è alzato: giunto in bagno, è stato colto da malore e si è accasciato. La moglie ha immediatamente chiamato gli amici e i soccorsi, che sono giunti in pochi minuti nella stanza dell’hotel. Nonostante i lunghi tentativi di rianimazione, l’ex senatore non ce l’ha fatta. La salma è stata portata nel vicino ospedale, si trova a cinque chilometri dall’hotel, a disposizione dell’autorità giudiziaria.

La moglie Mirella ha avvisato il figlio Alex, 38 anni, che esercita la professione forense a Ferrara. In mattinata è partito da Ravenna, dove si trovava per un’udienza, ed ha fatto rientro nella casa dei genitori, a Cordenons. Da lì, con lo zio Mario, 60 anni, il più giovane dei tre fratelli De Anna, in serata ha raggiunto Heviz. Il fratello Elio, 69 anni, è rimasto nella casa padronale con la mamma Ada, 94 anni.

Ieri pomeriggio si è svolto l’esame autoptico per stabilire le cause della morte: verosimilmente si è trattato di un infarto, anche se solo oggi verranno consegnati gli esiti degli accertamenti ai congiunti. Una volta ottenuto il passaporto funerario la salma rientrerà in Italia. La camera ardente verrà poi allestita nella casa di famiglia di Cordenons.

Dopo gli studi superiori al liceo scientifico, Dino De Anna si era laureato in clinica chirurgica all’Università di Ferrara, stesso ateneo dove avrebbe studiato poi il fratello Elio, che aveva optato per la patologia chirurgica. Acquisite tre specializzazioni – chirurgia generale, pediatrica e vascolare – alla professione aveva accostato l’attività di ricerca e la formazione. Un “barone”, insomma, nell’accezione positiva del termine.

Nel novembre 1997 il senato accademico aveva chiamato, all’unanimità, il professor Dino De Anna, ordinario di chirurgia generale all’Università di Sassari da sei anni, a dirigere l’avviamento della cattedra di chirurgia generale all’Università di Udine. Già allora aveva alle spalle oltre 400 pubblicazioni scientifiche e docenze negli atenei di Ferrara, Udine e Sassari, conosciuto anche all’estero per gli studi nel campo della chirurgia vascolare, toracica e digestiva. Due anni dopo venne eletto consigliere nel Consorzio universitario del Friuli.

Professore di prima fascia (sono 120 in Italia), direttore della scuola di specializzazione di chirurgia vascolare e preside del corso di laurea specialistica in scienza dello sport, la passione dell’ex senatore, come quella del fratello Elio, era il rugby, ottenendo tre titoli italiani di rugby giocando con il Sanson Treviso e il Petrarca Padova.

Politicamente si era avvicinato a Forza Italia quando il movimento era ancora un club, tanto che la sua tessera portava il numero 680. Eletto senatore azzurro ricoprendo l’incarico di segretario della commissione sanità, dopo una legislatura era tornato alla professione medica e all’insegnamento.

Il primo novembre 2010 era succeduto a Fabrizio Bresadola, col quale aveva lavorato nel team del Centro trapianti di fegato, alla guida della clinica chirurgica dell’Azienda ospedaliera universitaria di Udine, che accostò al primariato della clinica di biotecnologia chirurgica e a quello della semiotica chirurgica. Lasciò il 31 marzo 2012 per la pensione. Da allora si era completamente dedicato alla famiglia.

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