Mai così a nord, il Friuli riscopre l’ulivo

È l’area più settentrionale del mondo a ospitare le coltivazioni. Produzione in crescita e di qualità. Importate piante dalla Toscana

UDINE. L’area del Friuli, compresa fra il 45° e il 46° parallelo, è quella più settentrionale del mondo ad ospitare olivi, una coltura che si caratterizza per un interesse in costante crescita e un prodotto di grande qualità.

Dopo il 2014, “annus horribilis” per l’olivicoltura nel Friuli Venezia Giulia, si guarda quindi ora con fiducia al 2015. La rinascita dell’olivicoltura regionale non è, naturalmente, cosa di questi giorni: è cominciata negli anni Novanta, a seguito di un progetto seguito dall’Ersa.

«Fino a quell’epoca - spiega Pierantonio Zamolo dall’Associazione friulana olivicoltori- l’olivicoltura di una certa consistenza era localizzata unicamente in provincia di Trieste, dove erano presenti gli unici due frantoi. Attualmente, in regione, i frantoi riconosciuti sono diventati nove: tre in provincia di Trieste, gli altri a Caneva di Sacile, Palazzolo dello Stella, Ragogna, Cividale del Friuli, Gemona del Friuli, Campeglio, oltre ad alcuni micro-impianti di tipo amatoriale ad uso privato.

E’ difficile stimare quanta superficie sia destinata all’olivo in regione, in quanto sono presenti numerose piccole realtà (2/3 mila metri quadri) a carattere hobbistico (ma in futuro potenzialmente significative). Possiamo comunque presupporre una superficie complessiva regionale intorno ai 300 ettari. Si stima inoltre che negli ultimi anni vengano importate in regione dai vivai toscani e veronesi, almeno 3/4 mila piante l’anno, che equivalgono a circa 8-10 ettari».

Le superfici - ancora Zamolo - «sono dislocate per circa la metà nella provincia di Udine, circa il 40 per cento nella provincia di Trieste e Gorizia, il restante nel Pordenonese. Nella campagna 2013 si stima che possano essere stati moliti almeno 6/7 mila quintali di olive, di cui poco di meno di 3 mila solo nel frantoio dell’istituto agrario di Cividale del Friuli, per una produzione regionale totale presumibilmente intorno agli 7/800 quintali di olio. A tal proposito, c’è da tener conto che gran parte degli oliveti in regione sono relativamente recenti, quindi con produzioni potenzialmente in crescita».

Nel 2014 la produzione ha avuto una flessione del 60 per cento a causa di una fase iniziale di sviluppo dei frutti già scarsa e ad un andamento stagionale piovoso che ha favorito gli attacchi di mosca. «Il crescente interesse dell’olivicoltura in regione - spiega però ancora Zamolo - è dettato dall’elevato valore qualitativo che l’olio friulano-giuliano presenta, oltre a quello salutistico.

E’ infatti noto come gli oli ottenuti in areali freddi presentino un contenuto in acidi grassi insaturi più alto (attributo positivo), rispetto a quelli ottenuti da oliveti radicati in zone calde. Inoltre la varietà autoctona bianchera, molto apprezzata dagli olivicoltori regionali, presenta un alto contenuto in polifenoli (antiossidanti)».

Tra le principali difficoltà dei coltivatori, il fatto che, per l’olivicoltura, siamo nella zona più a nord dell’emisfero, ci sono quindi possibili rischi di gelate. Ci sono comunque figure professionali che hanno destinato importanti superfici aziendali all’olivicoltura. Attualmente la produzione regionale non raggiunge grandi quantità - siamo a circa lo 0,1 per cento della produzione nazionale - ma assicura un elevato standard di qualità.

«Gli olii friulani - spiega Zamolo - risultano essere molto apprezzati in special modo dalla clientela estera, con un prezzo di vendita del prodotto confezionato che si aggira da un minimo di 20 euro al litro, fino a sfiorare i 40».

L’aspetto qualitativo delle produzioni regionali è agevolato grazie all’assistenza tecnica fornita dall’Ersa, in sinergia con l’attività delle associazioni di olivicoltori. Un grande contributo deriva anche dal lavoro di ricerca e sperimentazione dell’ateneo udinese. L’associazionismo del settore ha infine una grande importanza, contribuendo alla divulgazione delle peculiarità dell’olio extravergine, oltre alla promozione.

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