Magredi devastati per piantare prosecco

CORDENONS. Aumentano i vigneti di prosecco, incentivati dalle politiche comunitarie, e a farne le spese è la biodiversità magredile della alta pianura friulana e delle aree verdi della bassa friulana. A rischio anche la salubrità dell’aria delle campagne.
Secondo Mauro Caldana, noto naturalista di Cordenons, si sta assistendo all’«ennesima devastazione operata dalle pratiche agricole intensive: le viti da prosecco dilagano ovunque». E lancia l’allarme e si rivolge «soprattutto a coloro che ci tengono a respirare sano».
Lungo e accorato il quadro che il naturalista descrive di quanto sta avvenendo negli ultimi anni, da quando cioè i privati hanno preso a sostituire le colture di mais e soia con i vigneti, sulla scia dei contributi disponibili a sostegno della rivendicazione della Doc prosecco. «La campagna sta subendo l’ennesimo schiaffo ambientale – denuncia Caldana –. I già magri elementi che caratterizzavano la biodiversità dei posti stanno sparendo definitivamente. Si sta facendo una nuova strage a discapito di residui di siepi, piccoli boschetti e ultimi prati, micro oasi dove ancora qualcosa di naturalistico si rifugiava: alla faccia dei corridoi ecologici che la Regione dovrebbe individuare per sostenere le direttive comunitarie a favore dell’ambiente».
Tali colture rappresentano innanzitutto una minaccia per l’ambiente. «Ogni angolo scomodo ai macchinari o sconveniente alla lavorazione agricola – osserva Caldana – sta per essere arato, per creare metratura per il prosecco, che “tira” molto in termini di contributi comunitari. Tutto con il beneplacito dell’Unione europea, della Regione, dello Stato italiano».
Tutto questo rappresenterebbe «l’ennesima ecatombe ambientale». «È drammaticamente constatabile – aggiunge il naturalista – come la scellerata politica agraria di questi ultimi decenni continui a devastare l’ambiente, senza promuovere forme di compensazione. Almeno si finisca di nominare prodotti agricoli di uno o dell’altro tipo associandoli ai nomi di ambienti che non ci sono più: vini dei magredi, prodotti dei nostri magredi, la sana cucina dei magredi. Ma quali magredi? I magredi friulani sono diventati un delirio di concimi, diserbanti e antiparassitari». I vigneti, ma anche i frutteti, richiedono – rispetto alle colture di mais e soia oramai in fase di sorpasso – trattamenti ancora più intensivi.
«Trattamenti con veleni potentissimi – rimarca Caldana – in certi periodi dell’anno diffusi quasi giornalmente. Povero ambiente e sfortunati noi, che respireremo un’infinità di sostanze tossiche già con le prime giornate di primavera». Nelle campagne l’aria non sarà migliore, quindi, che in città.
«Guardatevi bene intorno – sottolinea Caldana – soprattutto guardate dove tira l’aria, perché non sono rari i contadini che atomizzano ettolitri di porcherie anche con il vento. Chissà perché si ferma il traffico degli autoveicoli, quando le polveri sottili saturano l’aria della città e non si parla di quello che esce dalle campagne e va verso le città. Si certifica perfino la carta da gabinetto – insiste – facciamo certificare a qualche agenzia specializzata anche l’aria che respiriamo, almeno sappiamo chiaramente qual è il contributo della moderna agricoltura intensiva alle casse da morto».
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