Magda Pozzo: «Non solo calcio» A ruba i 10 sky box

Usa lo slogan “non solo calcio” per raccontare quale vita la sua famiglia, legata all’Udinese dal 1986, sogna per lo stadio. Magda Pozzo, figlia del paron e responsabile dei progetti speciali dell’Udi...

Usa lo slogan “non solo calcio” per raccontare quale vita la sua famiglia, legata all’Udinese dal 1986, sogna per lo stadio. Magda Pozzo, figlia del paron e responsabile dei progetti speciali dell’Udinese calcio ha un obiettivo ambizioso: «Far vivere per 365 giorni l’anno lo stadio, usarlo per tante attività extra-sportive». «Il calcio – continua Pozzo – ha una grande forza sociale ed è in grado, messo a sistema con il nuovo stadio, di creare effervescenza in altri settori, dalle aziende al pubblico e naturalmente ai tifosi».

“L’altra” vita dello stadio Friuli Dacia Arena muove ormai passi decisi. I 10 sky box sono andati a ruba e ora la società sta lavorando per realizzarne altri 4, i pre partita alla club house sono diventati un momento di grande partecipazione, complice la presenza dei migliori cuochi Fvg. E non solo. «Abbiamo iniziato ad introdurre questi chef e continueremo con nuovi appuntamenti di show cooking estesi alle grandi firme della cucina italiana», annuncia la dirigente i cui progetti guardano in là nel tempo. «Questo di apertura al mondo delle imprese è il primo grande passo che compie lo stadio nella sua nuova veste. Ma dobbiamo continuare a essere ambiziosi, i friulani se lo meritano, ci hanno dimostrato tantissimo, anche con la partita contro la Juventus. Dando una grande lezione».

Dell’affetto che dimostrano nei confronti dei colori bianconeri saranno ripagati ancor più in futuro. Parola di Magda Pozzo, che spiega come. Nuove evoluzioni attendono infatti la struttura sportiva. Nel cassetto l’Udinese calcio ha infatti già un progetto di massima per il prossimo intervento che sotto il nuovo impianto andrebbe a realizzare una palestra con piscina, una sala concerto, un importante centro per convention.

Non invece spazi commerciali. «Non avrebbero senso – spiega la figlia del paron –, ne abbiamo in città già a sufficienza. Lo stadio dovrà essere sempre più uno spazio per il tempo libero e la famiglia. Un luogo d’incontro, di divertimento e di crescita. Il progetto c’è, ma per attuarlo ci vorrà la condivisione, indispensabile, della Regione e del Comune». ©RIPRODUZIONE RISERVATA

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