Maeg costruisce a Budoia il tetto dello stadio di Doha

PORDENONE. Settemila tonnellate di metallo che saranno plasmate nella piccola Budoia per diventare l’avveniristica copertura dello stadio di Al Wakrah a Doha, in Qatar.
Uno dei nove stadio che dovranno essere realizzati per ospitare – assieme ai tre esistenti e in ristrutturazione – i mondiali di calcio del 2022, quando per la prima volta sarà un Paese arabo la “casa” di uno sport simbolo dell’Occidente e della sua più importante competizione.
A firmare le coperture metalliche sarà Maeg costruzioni Spa, fondata nel 1989 a Vazzola (Treviso) da Alfeo Ortolan, e cresciuta negli anni nel Nordest. In provincia di Pordenone si è insediata prima con uno stabilimento a Maron di Brugnera e, lo scorso luglio, ha inaugurato un nuovo stabilimento a Budoia con 40 dipendenti e un traffico di 1.700 bilici l’anno.
Le coperture per il nuovo stadio saranno realizzate proprio nella fabbrica di Budoia – l’azienda dovrà infatti occuparsi di fornitura e montaggio in opera delle carpenterie metalliche della copertura (totale peso stimato 7 mila tonnellate) e l’area totale di intervento sarà di 586,600 metri quadri – che si trova nella zona industriale, lungo la ferrovia.
La Sacile-Gemona dovrebbe essere attivata nel 2018 e Maeg ha tutto l’interesse ad avere uno scalo ferroviario e per ottenerlo avrà bisogno di un gioco di squadra con le istituzioni.
La commessa di Doha non è la prima nei Paesi arabi per l’impresa che è reduce dalla costruzione di tre ponti pedonali a Dubai. Lo stadio, tuttavia, è un progetto ancor più ambizioso anche per l’evento a cui la costruzione è collegata. Lo studio Zaha Hadid Architects, eredità della celebre architetto irachena recentemente scomparsa, ha progettato il design futuristico del manufatto.
«La copertura dalle linee sinuose è formata da due parti simmetriche suddivise a loro volta in tre “gusci” – si legge in una nota dell’azienda –. Questa struttura dal design avanguardistico è stata progettata per creare un microclima all’interno dello stadio e sopperire alle alte temperature del paese: le strutture metalliche creano un gioco d’ombre che riduce al minimo l’utilizzo del vetro, mentre al centro dello stadio vi è un tetto apribile a seconda delle esigenze».
Non solo, l’opera è stata concepita anche come “investimento solidale”. «Lo stadio ospiterà 40 mila persone, ma alla fine dei mondiali si ridurranno a 20 mila posti – spiega sempre Maeg –. Infatti, ad ogni stadio verranno rimosse delle sedute (operazione facilitata dalla loro composizione modulare) per essere trasportate in Paesi con difficoltà economiche, con l’obiettivo di realizzare strutture sportive.
Al termine della manifestazione, lo stadio rimarrà il centro dell’Al Wakrah Sports Club e del distretto cittadino».
Il successo dell’azienda diventa un successo anche per il territorio che la ospita.
«E’ una notizia importante – commenta il sindaco Roberto De Marchi –, che esprime le potenzialità del nostro territorio per produrre e offrire servizi competitivi su scala globale: è un buon segnale, in un momento che continua a rimanere difficile per l’economia e il lavoro».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Messaggero Veneto