Madre e figli morti nel rogo, a processo chi causò l'incidente

La decisione del Gup dopo il rigetto del patteggiamento. La difesa: «Dimostreremo che la pena concordata era congrua»
ANTEPRIMA Gonars 12-08-2010 incidente
ANTEPRIMA Gonars 12-08-2010 incidente

GONARS. Massimo Battello, il 20enne di Talmassons al volante del pick-up che, il 12 agosto 2010, a Gonars, causò l’incidente stradale, nel quale persero la vita una donna e i suoi due figli, sarà processato. Quello che il giovane affronterà davanti al giudice monocratico, però, non sarà un procedimento come tutti gli altri, bensì uno dei rarissimi esempi di istruttoria dibattimentale, finalizzata prima di tutto a dimostrare la congruità della pena che la pubblica accusa e la difesa avevano patteggiato in due anni e sei mesi di reclusione - con il beneficio della sospensione condizionale, considerata la giovane età -, ma che il Gup, in udienza, aveva rigettato.

E, a quel punto, naturalmente, a riformularla e a vederla confermata. Nello scontro erano rimasti uccisi Sonia Segafreddo Candotto, 43 anni, e i suoi due figli di 14 e 5 anni, Chiara e Federico. Il rinvio a giudizio. Ieri, dunque, la decisione del Gup del tribunale di Udine, Paolo Lauteri, che, sentite le conclusioni delle parti e dopo una breve Camera di consiglio, ha chiuso l’udienza preliminare, disponendo il rinvio a giudizio dell’imputato.

Omicidio colposo plurimo l’ipotesi di reato della quale Battello dovrà rispondere, nel processo che prenderà il via il prossimo 16 marzo. All’udienza erano presenti il sostituto procuratore Claudia Finocchiaro, favorevole al rinvio a giudizio, l’avvocato Virio Nuzzolese, che per conto della difesa ha sollecitato invece il non luogo a procedere, e l’avvocato Filippo Barbiero, in rappresentanza delle parti offese. La strategia difensiva. Nessuna istanza di rito alternativo, dunque. Dopo l’udienza dello scorso 3 novembre, quando lo stesso Gup aveva rigettato il patteggiamento concordato tra il procuratore capo Antonio Biancardi e l’avvocato Giuseppe Campeis, ritenendo la pena troppo bassa rispetto alla gravità del fatto, la difesa ha optato per la strada più lunga e, trattandosi di un caso di incidente stradale con esito mortale, anche inconsueta: quella che, dalla scoglio impervio dell’udienza preliminare, sarebbe quasi certamente approdata al “mare magnum” del processo dibattimentale.

«È stata una scelta meditata e sofferta - ha confermato l’avvocato Campeis -, ma alla quale siamo giunti anche dopo avere acquisito l’autorevole parere del professor Tullio Padovani, direttore della scuola di specializzazione di diritto penale “Sant’Anna”, di Pisa». Scartata l’ipotesi del giudizio abbreviato con un altro giudice (per incompatibilità del primo) e, ancor prima, quella di una riformulazione del patteggiamento, con un incemento della pena e, a quel punto, con il rischio concreto di doverla fare scontare al ragazzo, la difesa ha imboccato la terza via. Processo sulla “pena”. «Sarà un procedimento diverso da quelli a cui siamo abituati - afferma l’avvocato Campeis -. Personalmente, finora ne ho incontrati pochissimi e si è sempre trattato di casi relativi a delitti di una certa entità. L’istruttoria dibattimentale, in pratica, mirerà a enunciare tutti i criteri di determinazione della pena nei reati colposi. L’obiettivo è dimostrare la congruità del patteggiamento, che riformuleremo negli stessi termini nei quali aveva già ottenuto il consenso del pm».

Per farlo, la difesa proporrà un’analisi a tutto tondo della vita e dei comportamenti dell’imputato, ma anche un’analisi dettagliata dell’incidente, «di cui Battello - afferma il legale - è responsabile per una colpa minima, non avendo violato alcun articolo del codice della strada e visto che la morte è stata determinata dall’incendio».

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