Ma l’ex ferrovia Casarsa-Pinzano ancora non decolla

PINZANO. Se la strada vecchia della Valcellina è l’esempio positivo del recupero di una via di comunicazione dismessa come punto d’attrazione turistica e di tutela ambientale, l’altra faccia della medaglia sul territorio provinciale è rappresentato dall’ex ferrovia Casarsa-Pinzano.
Dagli anni Ottanta, epoca della chiusura al traffico merci mentre quello di trasporto persone si era concluso ancora prima, i 27 chilometri della linea sono assediati dalla vegetazione spontanea, mentre caselli e stazioni – salvo in alcuni casi in cui sono stati recuperati da privati – giacciono in stato di abbandono.
Ma la zona attraversata dalla tratta, che scorre parallela al Tagliamento attraversando oltre ai Comuni capolinea anche quelli di Valvasone Arzene, San Martino al Tagliamento, San Giorgio della Richinvelda e Spilimbergo, ha una sua valenza ambientale e presenta soluzioni ingegneristiche notevoli quale il ponte sul torrente Cosa e quelli nella zona pinzanese. Un tracciato che, se riconvertito in pista ciclabile, potrebbe attrarre il traffico di cicloturisti dei Paesi di lingua tedesca nonché offrire ai patiti delle due ruote locali un’alternativa sicura alla vicina provinciale 1 Val d’Arzino.
Proprio la Provincia di Pordenone, prima della sua attuale lenta dissolvenza, si era assunta cinque anni fa il ruolo di capofila con le Ferrovie italiane per l’acquisto della ferrovia, fermandosi però di fronte a una richiesta di ben 5 milioni euro. A inizio febbraio una nuova riunione ad Arzene tra i sindaci con Ferservizi, la società che gestisce il patrimonio immobiliare delle Ferrovie, sembra aver riportato d’attualità il progetto, per il quale si attendono prossimi sviluppi.
Ma in Friuli occidentale un esempio di ferrovia recuperata c’è: l’ex Motta di Livenza-San Vito in alcuni tratti, grazie al Consorzio Acque Basso Livenza ora confluito in Livenza Tagliamento Acque, è ora una pista ciclabile.
I membri del gruppo Fiab Pordenone Aruotalibera la percorreranno con le loro biciclette il 6 marzo durante la giornata nazionale delle ferrovie dimenticate, per sottolineare il lavoro svolto con il progetto di recupero. Partenza della comitiva da Azzano Decimo alle 9 e arrivo a San Vito alle 13. (d.f.)
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