Lutti, maggiori spese e letti vuoti la casa di riposo aumenta le rette

Le tariffe salgono di due euro al giorno. Il presidente della Scrosoppi: passivo pesante dovuto al Covid

tolmezzo

La durezza dei numeri non lascia scampo. Nemmeno all’Asp San Luigi Scrosoppi di Tolmezzo dove il Cda ha stabilito l’aumento delle rette, di due euro al giorno, 730 euro l’anno a ospite. Un conto che va, al netto di contributi, da 48,20 a 82 euro giornalieri, supplementi esclusi, come i 4 euro al giorno, il più alto, per una stanza singola con bagno. Pesano la pandemia, il focolaio scoppiato nella residenza, gli assistiti morti dopo aver contratto il virus. Una situazione che il direttore generale dell’Asp, Annalisa Faggionato, spiega in una lettera inviata ai familiari degli ospiti. Righe per mettere in fila fatti e numeri.



La Scrosoppi ha a disposizione 166 posti letto, 110 occupati. Liste d’attesa e la caccia a un posto libero non esistono più. L’eredità del virus si traduce in 56 letti vuoti, 45 a causa di morti avvenute tra ottobre e dicembre – 35 erano positivi al Covid – e 11 dovuti a decessi precedenti a ottobre o a dimissioni, perché le famiglie che hanno potuto si sono riportate a casa i propri anziani. «La diffusione del coronavirus ha modificato le modalità di gestione – scrive Faggionato – generando sia maggiori oneri per spese non previste o quantificate in misura inferiore, sia minori entrate conseguenti l’adozione di misure per consentire dapprima la prevenzione della diffusione del virus e successivamente la gestione del focolaio sviluppatosi nella struttura». Faggionato quantifica la riduzione dell’occupazione dei posti letto nel 30 per cento e ammette che «è assai difficile prevedere quando l’attività potrà riprendere il regolare funzionamento, quali saranno i vincoli imposti dall’amministrazione regionale per la gestione dei servizi, e, soprattutto, quali saranno le modalità e i tempi per tornare alle condizioni normali di operatività, se mai queste saranno possibili», scrive il direttore generale. Motiva così Faggionato l’aumento delle rette decise dal Cda e aggiunge «che nonostante la riduzione dei posti letto occupati, permangono in capo all’azienda tutti i costi fissi», come quelli organizzativi e di gestione. La seconda ondata del virus, da ottobre, è stata la più pesante per l’Asp di Tolmezzo, colpita dai lutti, disorientata dalla velocità del virus. Il focolaio si è diffuso a metà ottobre, con il contagio di ospiti e operatori, e ha portato alla chiusura dell’Rsa – 22 posti –, riaperta da poco e che ha sede nello stesso palazzo della Scrosoppi.



Il passivo «è pesante», conferma il presidente dell’Asp, Andrea Marzona. «Abbiamo deciso l’aumento delle rette, minimo, per cercare di mantenere l’equilibrio di bilancio considerati i conti del 2020 – dice Marzona – su cui pesano lutti, maggiori spese per personale e dispositivi di protezione, mancati incassi dalle rette». La giunta regionale ha messo 11 milioni sul piatto degli aiuti da distribuire alle case di riposo, 11 milioni che vanno ripartiti tra tutte le residenze del Friuli Venezia Giulia. Come? L’esecutivo ha chiesto i conti ai vertici delle Asp, poi si vedrà se gli 11 milioni basteranno e come saranno divisi.



La campagna di vaccinazione è decollata. La prima dose è stata iniettata e i ritardi nelle consegne devono far riprogrammare l’esecuzione della seconda. Al momento alla Scrosoppi non ci sono ospiti positivi, mentre qualche operatore sì, già isolato. All’Asp è poi arrivata la prima “stanza degli abbracci” che sarà inaugurata a giorni, capace di far incontrare assistiti e famiglie, dopo mesi di dolore e lontananza. È anche attesa la seconda. —



Riproduzione riservata © Messaggero Veneto