L’università valuta sanzioniper Raimondo Strassoldo
Dopo la protesta contro Sabina Guzzanti, l’ateneo valuta se prendere provvedimenti nei confronti di Raimondo Strassoldo, il docente che ha cercato di impedire il confronto tra l’artista e gli studenti. Ieri il professore è stato convocato dal rettore, Cristiana Compagno, a palazzo Florio, mentre la facoltà è pronta ad assumere una presa di posizione ufficiale. Non è escluso che il caso venga discusso anche in consiglio di facoltà.

di Giacomina Pellizzari
UDINE.
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Dopo la protesta contro Sabina Guzzanti, l’ateneo valuta se prendere provvedimenti nei confronti di Raimondo Strassoldo, il docente che ha cercato di impedire il confronto tra l’artista e gli studenti. Ieri il professore è stato convocato dal rettore, Cristiana Compagno, a palazzo Florio, mentre la facoltà è pronta ad assumere una presa di posizione ufficiale.
Il giorno dopo l’insolito fuori programma all’incontro tra l’artista romana e gli studenti organizzato dal Comune che ha chiesto e ottenuto dall’ateneo l’utilizzo dell’aula magna di piazzale Kolbe, il rettore e il preside di Lettere Andrea Tabarroni, la facoltà dove insegna Strassoldo, vogliono vederci chiaro. La questione è delicata per questo il rettore ha voluto parlare personalmente con il docente.
«Una presa di posizione deve essere assunta» puntualizza il preside impegnato, ieri, a Milano, nella finale nazionale del premio all’innovazione Start Cup. Accertato che i vertici dell’ateneo stanno valutando gli aspetti disciplinari resta da capire se si limiteranno a un richiamo verbale o scritto o se, al contrario, assumeranno posizioni più severe. «Un caso analogo non si era mai presentato – fa notare Tabarroni – prima di decidere bisogna capire cosa si può fare».
Non è escluso che il caso venga discusso anche in consiglio di facoltà. Una cosa è certa: tutti si trovano un po’ imbarazzati. «L’università è un luogo aperto che in assenza di impegni didattici e istituzionali ha sempre concesso le aule per manifestazioni pubbliche» ribadisce il rettore, convinta che proprio perché non si trattava di un intervento accademico, «il professor Strassoldo sul comportamento che ha tenuto in quell’occasione dovrà assumersi le sue responsabilità individuali».
Sia il preside, sia il rettore, hanno tentato di fermare l’intervento del professore a piazzale Kolbe anche perché, mercoledì pomeriggio, il docente aveva informato Tabarroni sulla sua intenzione di contestare la Guzzanti motivando così la sua assenza da una commissione di laurea. Ogni tentativo di dissuaderlo, però, è risultato inutile e così al preside non è rimasto altro da fare che scusarsi anche a nome del rettore con gli studenti e la stessa Guzzanti. Nei prossimi giorni, infatti, sarà la commissione di laurea a inviare una relazione al rettore. La sanzione nei confronti del sociologo potrebbe scattare anche se è arrivato in ritardo.
La protesta di Strassoldo ha lasciato dietro di sé uno strascico di polemiche. Il senatore, Ferruccio Saro, è convinto che il Comune «ha fatto una scelta inappropriata, dal momento che l’università deve restare fuori dalla polemica politica e da qualsiasi facile strumentalizzazione di tipo ideologico». Il senatore aggiunge, infatti, «che la scelta dell’aula magna dell’ateneo è diventata un’arma politica e ha determinato un blocco del pluralismo visto che Strassoldo contribuisce a rappresentare negli ideali tipici della missione universitaria autonomia e libertà rispetto a qualsiasi concezione preconcetta».
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