L’Unirr nazionale: incomprensibili le critiche udinesi

Il presidente Cusaro replica alla sezione del Friuli Venezia Giulia «La cerimonia di Cargnacco è stata affidata a un cervignanese»
Di Giacomina Pellizzari
Cargnacco 15 Settembre 2013 70 cerimonia russia Telefoto Copyright Petrussi Foto Press /turco
Cargnacco 15 Settembre 2013 70 cerimonia russia Telefoto Copyright Petrussi Foto Press /turco

«Alla sezione di Udine per l’organizzazione della commemorazione nazionale del disperso è stata concessa un’importante riduzione delle quote che ogni sezione versa all’Unirr». Dopo aver affidato alla sezione di Milano l’organizzazione della cerimonia del 18 settembre nel tempio di Cargnacco, il presidente nazionale del sodalizio che unisce i reduci di Russia, Francesco Cusaro, replica così alla presidente della sezione friulana, Marisa Bernabè Casale, che ha appreso la notizia senza farne un dramma: «Vogliono organizzare loro la cerimonia a Cargnacco? Va bene visto che da tempo non ci rimborsano le spese».

Lo strappo tra la sezione friulana e l’Unirr nazionale si è consumato dopo l’elezione del nuovo vertice. Udine ha contestato tempi e modi del processo assieme alle sezioni di Brescia e Asti. Ma se in queste ultime due città la polemica è rimasta sotto tono, in Friuli, a pochi chilometri dal sacrario di Redipuglia, l’essere stati diffidati a utilizzare il nome e il simbolo dell’Unione, non è passato inosservato. Anche su questo, però, il presidente precisa di aver affidato «l’organizzazione della cerimonia di Cargnacco al vice presidente della sezione di Milano, Italo Cati, residente a Cervignano, maresciallo dell’esercito in congedo che dal 1990 opera nel sacrario di Redipuglia al quale fa capo il tempio di Cargnacco». Allo stesso modo, Cusaro fa notare che «è stata la sezione di Udine ad affrancarsi non ritenendosi più vincolata all’Unirr nazionale, nonostante i tentativi da parte mia di trovare una soluzione a quanto sta accadendo». Stando alla precisazione del presidente, quindi, la diffida recapitata alla sezione friulana di utilizzare il nome e il simbolo dell’Unione, sarebbe una conseguenza inevitabile. Decisione comunicata a tutti i soci friulani destinatari di una lettera firmata dallo stesso presidente Cusaro. «Alcuni mi hanno telefonato chiedendomi chiarimenti. Si sono detti stupiti per il fatto che nessuno li aveva informati. La decisione è stata assunta senza aver convocato alcuna riunione. Non è stata votata dai soci», insiste il presidente nazionale non senza ricordare che «la sezione friulana si è prodigata per recuperare i resti dei caduti di Russia né più né meno come tutte le altre sezioni territoriali, apprezzando quanto fatto da Onorcaduti, istituzione che per prassi ha come interlocutore solo ed esclusivamente l’Unirr nazionale».

A questo punto il presidente nazionale torna sui motivi che hanno portato alla rottura. Ovvero le contestazioni ricevute da Udine dopo l’elezione del nuovo vertice e i chiarimenti su probabili irregolarità contabili. Le sezioni friulana, di Asti e di Brescia dopo aver letto il verbale hanno chiesto la riconvocazione del congresso, ma l’Unir nazionale continua a respingere le accuse. Tant’è che il caso è finito in mano agli avvocati. «Non comprendo - aggiunge il presidente nazionale - come sia possibile contestare a posteriori decisioni votate democraticamente dal congresso nazionale, affrancarsi dall’Unirr e poi pretendere collaborazione, per altro dopo aver rifiutato ogni utile confronto».

Per quanto riguarda invece la non accettazione del cambio di denominazione votata dalla sezione friulana in sezione del Friuli Venezia Giulia, Cusaro spiega: «Se nasce la sezione del Friuli Venezia Giulia l’eventuale costituzione di una sezione a Trieste non sarebbe più possibile. La nuova sezione diventerebbe un gruppo. Per tale motivo, democraticamente, il congresso nazionale Unirr non ha accolto il cambio del nome, ma nonostante ciò la presidente Bernabè Casale ha continua a firmarsi sezione del Friuli Venezia Giulia in spregio a quanto deciso democraticamente». Inutile dire che le posizioni dei vari rappresentanti dell’Unirr restano distanti.

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