Lunghe attese al Pronto soccorso Tolmezzo amplia l’Emergenza

TOLMEZZO. Una settantina di accessi in un solo giorno con una dozzina di ricoveri e tre pazienti gravi che hanno richiesto cure urgentissime: questa la situazione che ha messo in difficoltà il Pronto soccorso dell’ospedale di Tolmezzo qualche giorno fa, quando un pensionato ha dovuto attendere una dozzina di ore per essere curato. E l’esperienza di lunghe attese in area di emergenza è stata segnalata da altri utenti al nostro giornale. «È stata la casuale concentrazione di pazienti particolarmente gravi a determinare questa situazione del tutto inusuale per il nostro ospedale» commenta il direttore generale Pier Paolo Benetollo che annuncia il prossimo avvio dei lavori di ristrutturazione e ampliamento dell’intera area di Emergenza.
«I lavori di riqualificazione del Pronto soccorso saranno avviati entro la fine dell’anno – annuncia il direttore – la struttura sarà ampliata verso l’esterno con la costruzione di una nuova porzione per renderlo più funzionale, migliorare l’organizzazione interna, garantire un’attesa confortevole e un aumento dei posti per l’osservazione. Gli interventi saranno realizzati in diverse fasi – precisa Benetollo – e non vi saranno interruzioni del servizio».
Ogni giorno al Pronto soccorso di Tolmezzo arrivano dai 40 ai 60 pazienti, ma è la complessità dei casi a determinare tempi di attesa più o meno lunghi.
«La riorganizzazione del Pronto soccorso di Gemona in Punto di primo intervento (comunque sempre aperto h24) – mette in chiaro Benetollo –, non ha inciso in maniera importante sul numero di accessi alla struttura di Tolmezzo: in gennaio-febbraio 2018 gli accessi a Tolmezzo sono aumentati di meno del 5% rispetto all’analogo periodo pre-riorganizzazione».
É necessario, però, ricordare che il corretto utilizzo del Pronto soccorso è essenziale perché questa struttura riesca a svolgere correttamente la propria funzione, sottolinea la direzione.
«Il proprio medico di Medicina generale è il professionista più idoneo a risolvere problemi non urgenti, come nel caso di una caduta avvenuta cinque giorni prima, con dolore insorto da quattro giorni, in un paziente già affetto da artrite reumatoide, anche perché il proprio medico conosce meglio il quadro clinico» segnalano dall’Aas3 in riferimento al caso segnalato.
«Se un Pronto soccorso ha troppi accessi per problemi risolvibili altrove, perde la specificità dell’intervento, delle professionalità e delle tecnologie impiegate – segnalano –. Di tale situazione faremo sicuramente tesoro, anche per realizzare interventi di educazione sanitaria e civica. In ogni caso, abbiamo rinnovato le nostre scuse per la lunga attesa e abbiamo verificato che, comunque, il dolore è stato da subito trattato».
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