L'ultimo saluto a Marika tra i messaggi degli amici

PAVIA DI UDINE. «Donate, donate e seminate amore». Non ce l’ha fatta a leggerlo di persona e così l’ha fatto qualcun altro al posto suo. È il messaggio che la mamma di Marika ha voluto rivolgere a tutti coloro che ieri hanno affollato la chiesetta di Sant’Agata a Lauzacco. Centinaia di persone che hanno riempito la chiesa e il piazzale per dare l’ultimo saluto a Marika Petrello. E così ancora una volta Pavia di Udine si è stretta nel dolore.
Le stesse facce, volti segnati da una tragedia, in una comunità ormai in ginocchio per due giovani vite spezzate. Ieri l’addio era tutto per Marika Petrello, la ventitreenne morta a seguito dell’incidente in moto, nel quale è scomparso anche il suo fidanzato, il caporal maggiore Mario Barbarisi. Solo tre giorni fa, giovedì pomeriggio, un’intera comunità aveva dato l’addio a Mario nella chiesetta di San Ulderico a Pavia. Ieri quella stessa gente ha dovuto dare l’ultimo saluto alla giovane Marika, sopravvissuta solo pochi giorni al suo amato, a causa delle ferite gravissime riportate nell’incidente.
«Uno schianto su un’altra famiglia», ha detto don Giordano Simeoni, parroco di Pavia di Udine che solo tre giorni fa aveva celebrato i funerali di Mario. «Vedo le stesse comunità dell’altro giorno, le stesse persone tanto provate e addolorate, tutti qui per l’ultimo saluto a Marika. Questa è una sofferenza profonda, doppia. Per il papà, la mamma e sorella di Marika a cui vanno le nostre condoglianze assieme al rinnovato dolore per i familiari di Mario». La famiglie di Marika e quella di Mario, tutti presenti al tragico addio.
Ma un ultimo saluto è arrivato anche dagli amici di Marika: «Sei entrata nella vita di ognuno di noi con il tuo sorriso, con la tua immensa voglia di vivere e con la tua contagiosa allegria. È per questo che lascerai per sempre un ricordo indelebile. Adesso ti vogliamo pensare felice assieme al tuo Marietto. Ti vogliamo bene».
E ancora, nella sua omelia don Giordano ha ricordato «Marika che per tutti noi è stata un dono. Una vita vissuta insieme, donata dai genitori e ai genitori, agli amici, costruendo qualcosa di positivo, di gioioso, aiutando anche altri a camminare diritti e contenti. Quell’attimo incomprensibile ha interrotto questa presenza, ma non il dono della vita, perché Marika è un dono di Dio e per Dio i doni sono eterni».
Dopo la cerimonia il feretro ricoperto di rose bianche è stato accompagnato in processione al cimitero del paese dove Marika è stata sepolta nella tomba di famiglia.
Gianpiero Bellucci
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