L’ultima moglie dell’architetto: «Sentito martedì, era felice»

La trentanovenne di origine camerunense Emelia Mavevi Mandje, l’ultima moglie di Giuliano Cattaruzzi, l’uomo che mercoledì ha freddato la ex Donatella Briosi con due colpi di revolver in uno studio notarile del centro di Udine, è tornata in Friuli. È in un hotel in città e ieri pomeriggio è stata ascoltata dalla polizia. La donna ha spiegato agli investigatori che Giuliano non aveva lasciato trasparire nulla dei suoi propositi e ha precisato di aver sentito il marito la sera prima dell’omicidio-suicidio. A Emelia l’architetto era al contrario sembrato felice perché avrebbe concluso la vendita e sarebbe finita la lunga vicenda anche economica che aveva in piedi con l’ex moglie Donatella. La donna ha riferito di non riuscire a capacitarsi di quanto accaduto; è stata comunque informata della possibilità di nominare un proprio consulente per l’autopsia che sarà eseguita lunedì. La trentenne, ora cittadina italiana, probabilmente rimarrà in Friuli solo il tempo necessario per assistere al funerale.
Intanto gli investigatori della mobile, coordinati dal vicequestore aggiunto Massimiliano Ortolan, hanno sentito tutte le persone che si trovavano nella sala stipule dello studio Amodio-Andrioli. E tutte quante hanno dichiarato di aver pensato, alla vista di Cattaruzzi che impugnava una pistola nella mano destra, a un possibile scherzo di cattivo gusto, una sorta di sceneggiata per far paura all’ex moglie. Tale primissima impressione, che tutti hanno avuto, sembrava trovare conferma in quel sorriso accennato che Giuliano Cattaruzzi aveva dipinto in volto quanto ha esploso il primo colpo, cogliendo Donatella Briosi alle spalle. Poi, il colpo di grazia, all’altezza della testa, prima di rivolgere l’arma verso stesso per farla finita. (a.r.)
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