L’ultima del Veneto: il Fvg ci risarcisca per la sua Specialità

Proposta di legge punta a evitare l’addio di Sappada. «Serracchiani stanzi 40 milioni per i 28 Comuni confinanti»

UDINE. «Il prima possibile, subito dopo la discussione sulle unioni civili», ha affermato di recente la relatrice e senatrice Patrizia Basinello (Misto-Fare!) riferendosi ai tempi in cui il Senato dovrà affrontare il ddl sul passaggio di Sappada al Fvg.

La Commissione Affari costituzionali del Senato ha infatti già licenziato il testo. Ma intanto le polemiche non si placano, anzi. Il Veneto ha alzato il tiro con il Friuli, ritenendo che l’eventuale addio di Sappada possa generare un effetto domino nei territori confinanti con il Fvg e le province di Trento e Bolzano, vale a dire 28 Comuni suddivisi tra le province di Belluno, Treviso e Venezia.

E proprio per tamponare sul nascere questa possibile emorragia, il senatore bellunese, Giovanni Piccoli, ha presentato al governo e allo steso premier Renzi un disegno di legge che impegna la Regione Friuli Venezia Giulia, come cita il testo del ddl, «a concorrere al conseguimento di obiettivi di perequazione e solidarietà, previsti dalla Costituzione, attraverso un contributo annuale volto al finanziamento di azioni e progetti, di durata anche pluriennale, finalizzati allo sviluppo economico e sociale, integrazione, valorizzazione e coesione dei territori degli enti territoriali di area vasta e delle città metropolitane della Regione Veneto, con essa confnanti».

Per quanto riguarda le cifre «si potrebbe trattare di qualche decina di milioni di euro, tra i 30 e i 40 (più o meno quelli che danno le singole Province di Trento e Bolzano per l’ex Brancher). Definiti i contributi - aggiunge Piccoli - si tratta poi di suddividerli», come prevede il ddl, in base al numero, superficie dei Comuni confinanti e popolazione residente.

Secondo Piccoli, questi finanziamenti dovrebbero essere finalizzati non soltanto per investimenti - nuove opere, manutenzione straordinaria delle esistenti, sviluppo economico e potenziamento dell’offerta formativa - ma anche per le spese correnti, garantendo la sostenibilità economica dei servizi pubblici locali e di quelli della persona».

Nello specifico i comuni veneti confinanti sono 28, di cui 13 della provincia di Belluno (Sappada, Santo Stefano, Vigo, Lorenzago, Domegge, Pieve, Perarolo e Ospitale di Cadore, Longarone, Soverzene, Pieve d'Alpago, Chies e Tambre), 8 di Treviso (Fregona, Sarmede, Cordignano, Gaiarine, Portobuffole, Mansuè, Gorgo al Monticano, Meduna di Livenza) e 7 di Venezia (Annone Veneto, Pramaggiore, Cinto Caomaggiore, Gruaro, Teglio Veneto, Fossalta di Portogruaro, San Michele al Tagliamento).

Mentre, dunque, in Fvg il giudizio per la decisone di Sappada è trasversalmente positivo, in Veneto si moltiplicano gli appelli di chi sente in pericolo l’esistenza stessa della Regione. Temendo cioè che molti altri Comuni possano essere sollecitati a fare altrettanto.

Per questo il governatore veneto Luca Zaia ieri ha ribadito la volontà di indire il referendum sull’autonomia, in abbinata con la Lombardia, puntando alla data di giugno delle elezioni amministrative.

Uno dei punti di forza della rivendicazione dei veneti è che guardando i dati 2014 della Ragioneria generale dello Stato, «a Bolzano la spesa per abitante è stata di 8 mila 864 euro, a Trento 7 mila 638, in Friuli 5 mila 203 e in Veneto 2 mila 714». Dati ridimensionati se non addirittura smentiti sul versante Fvg per il fatto che quelle cifre comprendono anche la spesa sanitaria che la nostra regione si accolla totalmente.

Tornando ai fondi che Piccoli intende richiedere nel suo ddl, resterebbe la questione di base su come integrarli con altri già previsti, ma anche di come trovare un sponda in Friuli. «Per questo - insiste Piccoli - invito tutti i parlamentari veneti a sposare la proposta, per poi andare uniti davanti al Governo e alla Regione Friuli Venezia Giulia. L’operazione vera, in realtà, è un’altra: la creazione di una macro regione del Nordest e del Triveneto».

Insomma, per Piccoli, la vera partita è l’autonomia della Regione Veneto: «Le divergenze con le Regioni a Statuto speciale sono “anormali” e tutto il Nordest deve diventare “normale”, vale a dire “speciale”».

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