Lotta ai necrofori abusivi ai funerali

Blitz degli ispettori del lavoro davanti alle chiese: nei guai una cooperativa del Tarcentino e una ditta della Bassa friulana 

UDINE. È caccia ai necrofori abusivi. O meglio, a chi li “affitta” senza avere il titolo per farlo. La nuova “crociata” della Direzione territoriale del lavoro di Udine porta dritto ai camposanti friulani e ai vantaggi economici che alcune cooperative riescono a garantirsi attraverso la «somministrazione abusiva di personale».

Facendo propria, cioè, un’attività di competenza esclusiva delle agenzie per il lavoro.

In corso da qualche settimana, i controlli a sorpresa disposti dall’ex ispettorato nei principali comuni della provincia, da Tolmezzo a Codroipo, hanno portato a ipotizzare l’esistenza di un servizio di intermediazione illecita per l’affitto della manodopera nelle attività svolte da una cooperativa con sede nella zona di Tarcento.

E se, per parte sua, questa metteva a disposizione i propri uomini - gente pagata a giornata -, c’era ovviamente chi di quel personale si serviva, appunto, pur sapendo di attingere a un “bacino” non autorizzato dalla legge: una ditta di onoranze funebri che gli ispettori hanno rintracciato nella Bassa friulana.

Due i dipendenti “pizzicati” a lavorare per loro, entrambi incaricati di prelevare il feretro dalla camera mortuaria e di trasferirlo in chiesa e, da qui, in cimitero. Lavoratori a cottimo, per intendersi, al netto di qualsiasi garanzia contrattuale.

Qualora gli accertamenti dovessero confermare i sospetti e, quindi, approdare a una contestazione di carattere amministrativo, la vicenda potrebbe imboccare per entrambe - cooperativa e ditta - anche le vie penali.

E visto che per incastrare i trasgressori, il personale di vicolo Stabernao, necrologi alla mano, aveva organizzato i blitz proprio durante i funerali - all’esterno delle chiese, per non disturbare i parenti del defunto -, l’attività ispettiva ha portato a scoprire anche un paio di posizioni in “nero”.

È successo a metà della settimana scorsa, quando a un’onoranza funebre di San Daniele è stata sospesa l’attività, proprio perchè trovata a servirsi di due lavoratori non regolarizzati - uno è uno studente universitario - come portantini. Il provvedimento, tuttavia, è stato revocato nel giro di 24 ore, a fronte del versamento di 2 mila euro.

Non è finita. Per sanare la violazione, il titolare dell’impresa sandanielese dovrà ora pagare una sanzione, seppure notevolmente ridotta rispetto alla maxi-multa in vigore fino a pochi mesi fa: 1.650 euro - contro i precedenti 4 mila - per ciascun lavoratore trovato in “nero”, con il vincolo - da cui lo “sconto” - di tenerli alle proprie dipendenze con contratto subordinato per almeno tre mesi.

A garanzia, cioè, del loro accesso alle agevolazioni previste dal Jobs Act, pena il versamento della quota sanzionatoria integrale.

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