L’ospedale rianimato dall’équipe medica pordenonese

L’idea di aprire un ospedale a Mahajanga, comune urbano e porto della costa nordoccidentale del Madagascar, è di padre Bruno Dall’Acqua, missionario opitergino la cui presenza nella grande isola africana data ormai più di trent’anni. Ci vuole una struttura che affianchi il solo ospedale governativo e vada incontro ai bisogni di una provincia di più di 200 mila abitanti, 150 mila concentrati nella sola capitale. Il progetto viene subito fatto proprio da amici, collaboratori, sostenitori della missione. Le stanze sono spoglie, il personale infermieristico locale deve ancora concludere la formazione, manca qualsiasi tipo di strumentazione diagnostica, mancano attrezzature, lenzuola, garze, farmaci. Questa la situazione ad agosto dello scorso anno.

Ma nessuno si scoraggia: con un tavolo operatorio, una scialitica usata, armadietti e qualche letto si può cominciare. Il resto sarà poi stipato nelle valigie dei volontari in partenza a ottobre. Si tratta di fili di sutura scaduti, ma ancora ottimamente conservati, camici, mascherine, cuffiette, guanti, farmaci e tutto quel che serve. Giusto il tempo di pulire per bene le stanze invase dalla polvere e si può partire. La sala operatoria entra in funzione presto, seppure a ranghi ridotti: un chirurgo pediatrico, Dan Amroch; un chirurgo generale, Giordano Chiara, già primario di chirurgia all’ospedale di Pordenone; un anestesista, Dario Fantin, dirigente medico della struttura complessa di anestesia e rianimazione al Cro di Aviano; una ginecologa, Grazia Zanin, a lungo in forza all’ospedale di Pordenone; un’infermiera di sala operatoria, Rely Nica, e una studentessa in Medicina e chirurgia, Nausicaa Scopelliti, a fare da assistente al chirurgo.

Saranno proprio loro a raccontare questa incredibile esperienza e testimonianza personale, venerdì, alle 18, al centro culturale di palazzo Gregoris in un appuntamento organizzato da Storica Società operaia di Pordenone e associazione In buona salute, con il supporto della farmacia Emilio Badanai Scalzotto e della Bcc Pordenone e Fondazione Bcc futuro del territorio. L’incontro sarà arricchito da interventi musicali del giovane pianista Matteo Perlin.

Chiara, Fantin, Zanin, Scopelliti e Rica racconteranno la loro diretta esperienza in Madagascar. Un mese dopo il loro intervento, l’ospedale si è svuotato di nuovo, soltanto qualche suora a seguire la convalescenza dei pazienti operati. All’équipe, pronta a ripartire appena gli impegni di lavoro e di studio lo permetteranno, resta il rammarico di non aver potuto fare di più sfruttando la struttura ospedaliera in tutta la sua capienza e potenzialità.

Mancano ancora tante cose: un reparto di rianimazione per poter operare in anestesia totale, letti e personale in grado di seguire le degenze in primis. Ma conoscendo padre Bruno Dall’Acqua e i suoi amici, appare soltanto una questione di tempo. —

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