L’omelia per Francesco: continuate ad amare i monti

«A quelli che amano la montagna come l’amava Francesco, dico che continuino ad amarla come simbolo della vita.
Una possibilità data a tutti coloro che hanno come meta salire, con impegno, fatica e rischio, per chi ama le cose dall’alto».
Così nell’omelia il parroco di San Giorgio di Nogaro monsignor Igino Schiff, che ieri assieme al parroco di Carlino don Elia Leita, ha celebrato i funerali di Francesco “Rocco” Mizzau, 45 anni, morto domenica sul Piancavallo. Il duomo era pieno di gente, tanto che diverse persone sono dovute restare sul sagrato. Presenti gli amici del Cai di Cervignano con il labaro, i colleghi di lavoro della Spin Bracco di Torviscosa la cui direzione, per permettere a tutti di partecipare alle esequie, ha sospeso la produzione (intanto i compagni di lavoro e amici si stanno mobilitando a sostegno della moglie Alice e della figlioletta in questo difficile momento), tanti amministratori del territorio (tra cui il consigliere regionale Franco Iacop che assieme al padre di Francesco, Gianfranco, militavano nella Dc quando questi era sindaco di Carlino) e poi la tanta gente comune, arrivata con discrezione fin dalle prime ore del pomeriggio.
Da mezzogiorno infatti un incessante via vai di gente ha voluto dire una preghiera e dare un saluto davanti alla bara esposta in duomo fin da mezzogiorno.
Monsignor Schiff ha parlato di quanto è successo, «inaspettato e inatteso», che ha portato tanto dolore nella famiglia, «ma la vostra vicinanza – ha detto –, è buona cosa: essere di conforto lo è».
Ha parlato poi di quanto sia impegnativo «essere figli di Dio», ma ha sottolineato soprattutto l’amore, quell’amore che da la vita e per il quale «Francesco ha ricevuto il dono di vita per sempre. Ha avuto una vita fatta d’amore e ha saputo dare egli stesso vita all’amore».
Parole toccanti arrivate al cuore di tutti i presenti, già duramente provati dallo straziante dolore della moglie, dei genitori e delle sorelle.
A fine cerimonia, uno degli esponenti del Cai di Cervignano, ha letto un testo nel quale si evidenziavano i sentimenti di chi percorre quei sentieri, nel rivivere quelle sensazioni, quelle emozioni, e quei toccanti paesaggi,«chi cercherà Francesco – ha detto – lo troverà in ogni angolo della natura. La morte non deve condizionarci nelle nostre scelte e nelle nostro modo di vivere. Francesco è ovunque, lo ritroveremo in ogni sentiero della natura».
E poi tutti sul sagrato del duomo cercando di trattenere quel momento a lungo, perché il viaggio che Francesco “Rocco” avrebbe fatto sarebbe stato l’ultimo di questa vita. Infine la lunga processione fino al cimitero del capoluogo dove, da ieri, Francesco riposa a poche decine di metri dalla casa in cui viveva con la moglie Alice e la figlioletta di due anni.
Si chiude così questo dramma iniziato domenica pomeriggio, in una giornata di sole nelle cime del Piancavallo, dove Francesco “Rocco” era andato felice a fare una escursione con un gruppo di amici: «Era pieno di gioia quando me lo ha detto smontando dal turno di lavoro – racconta un collega con le lacrime agli occhi – e poi quella inspiegabile tragedia e la gioia si è tramutata in dolore». —
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