Lo strano viaggio verso la Guinea equatoriale che inghiottì Paolo Pascolini

Il 17 settembre del 1984 aveva salutato i parenti all’aeroporto di Ronchi per andare a lavorare in Africa. Aveva 27 anni

UDINE. Sono quasi 32 anni che non ci sono più notizie di Paolo Pascolini, che il 17 settembre 1984 aveva salutato i parenti all’aeroporto di Ronchi per andare a lavorare in Africa. Aveva 27 anni, era perito elettronico alle dipendenze della ditta Calzavara di Basiliano, specializzata in impianti di telecomunicazione.

Da quel momento nessuno ha più saputo nulla di lui. Quel 17 settembre doveva tornare in Guinea equatoriale, dove la Calzavara lo aveva inviato per collaborare con la ditta Selenia di Roma, che nel paese centroafricano stava installando ponti radio.

Pascolini, che all'epoca abitava a Pasian di Prato con la moglie e una figlia, aveva già lavorato in Guinea equatoriale per conto delle stesse ditte. Ma quel viaggio verso la capitale Malabo lo inghiottì nel nulla. Il caso venne alla luce qualche tempo dopo.

I carabinieri accertarono che il biglietto aereo da Ronchi a Roma (con partenza alle 11.45) fu effettivamente utilizzato. Nessuno con il biglietto prenotato a nome di Pascolini si presentò invece per la successiva tratta, quella che da Roma (decollo alle 19.30) conduceva a Madrid.

Dalla capitale spagnola, infine, alle 23.35 si sarebbe levato in volo l’apparecchio con destinazione Malabo. Successivamente emerse che proprio quel giorno la compagnia con la quale doveva viaggiare

Pascolini (la spagnola Iberia) cancellò i suoi voli per uno sciopero. Cosa fece allora il friulano? Mistero. «E in tutti questi anni – conferma oggi il fratello gemello Aurelio – lo Stato non ci è mai stato vicino. Non abbiamo mai saputo più nulla di Paolo».

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