Lo sfogo di un letturista di contatori: «La diffidenza danneggia anche noi»

Ha spiegato di ritrovarsi spesso di fronte a gente spaventata all’idea di essere truffata «Capisco i timori, ma il mio lavoro si basa sul numero di servizi conclusi: ogni attesa è una perdita»
Di Davide Vicedomini
Udine 17 Dicembre 2016. Incontro al Messaggero Veneto con il Questore Cracovia sulla sicurezza. © Foto Petrussi
Udine 17 Dicembre 2016. Incontro al Messaggero Veneto con il Questore Cracovia sulla sicurezza. © Foto Petrussi

Pettorina, tesserino, chiavi del mestiere e avvisi a portata di mano per spiegare il motivo del passaggio. È la vita del letturista dei contatori della luce. Una professione ora minata dalla presenza dei falsi tecnici che bussano alla porta per raggirare gli anziani. A raccontarlo è un letturista di Bagnarla Arsa che, dopo gli ultimi articoli apparsi sul nostro giornale per mettere in guardia dalla presenza di sedicenti tecnici, ha deciso di prendere carta e penna e scriverci tutte le sue preoccupazioni.

«Il cittadino, già ormai diffidente ogni volta in cui suono al campanello proprio a causa di questi truffatori – spiega –, ora è spaventato solo ad ascoltare le mie prime parole. Il problema è che il mio lavoro si basa sulla quantità di letture effettuate e quindi ogni tempo d’attesa mi crea un enorme disagio economico. E purtroppo la situazione non può che peggiorare. Il prossimo anno, con l’accentuarsi del mercato libero, i nostri passaggi saranno più continui e la gente sarà ancora più diffidente. I truffatori, inoltre, stanno affinando la tecnica dell’affabilità e del linguaggio fluente che ci vengono insegnate dalle nostre stesse aziende».

Letturista di contatori elettrici con contratto di collaborazione continuata con e-distribuzione, l’uomo lavora per conto dell’azienda di Moncalieri (Torino) che ha vinto l’appalto letture. «Il mio contratto prevede di operare nella zona di Udine – scrive –, ma al momento sono stato inviato, con mio mezzo rimborsato del consumo, anche in provincia di Trieste, nell’hinterland giuliano e nella parte orientale della provincia di Venezia per mancanza di personale. Oltre al contratto, che porto sempre in macchina, posso mostrare non solo il tesserino di riconoscimento, che potrebbe essere però falsificato, ma anche i dati dell’utente come numero di matricola, contatore e numero cliente, più chiavette per apertura contatori esterni, che solo un addetto come me può possedere».

Ed ecco il punto: se alla naturale diffidenza si aggiunge lo spavento generato dalle notizie di stampa, il problema finisce per ritorcersi anche contro di lui. «Capisco i timori degli utenti – spiega –, ma mi sento di assicurarli di possedere tutti i requisiti (nella foto a fianco abbiamo riporto il kit del letturista tipo). Ho tutta la documentazione in regola e ogni raro controllo è risultato positivo. Quello che solo chiedo alla gente è di poter essere osservato in quel minuto di operatività per dimostrare ogni mia pratica e civile regolarità. Una soluzione – conclude – è che la ditta per cui lavoro o l’ente che gestisce la distribuzione di energia elettrica avvisino di persona la polizia o il comando provinciale dei carabinieri del mio passaggio per le case. Purtroppo ad oggi le due aziende, che dovrebbero tutelarmi, non si sono ancora mosse, ma in ogni caso le solleciterò».

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