Lite al Centro di accoglienza per minori di Cervignano

Diciassettenne, che lamenta il furto del telefonino, querelato per il danneggiamento di una porta a vetri e per minacce

CERVIGNANO. Lite, domenica scorsa, al Centro per minorenni stranieri non accompagnati di Cervignano.

Secondo una prima ricostruzione effettuata dai carabinieri, intervenuti su richiesta di una responsabile della struttura Oikos di via Caiù, tutto è nato dalla presunta sparizione di un telefonino.

Quando il proprietario del cellulare, un diciassettenne egiziano, si è accorto di non averlo più, ha cominciato a dare in escandescenze: ha rotto una porta a vetri e poi, con un frammento di vetro, avrebbe minacciato alcuni dei presenti. Stando ai primi elementi raccolti dagli investigatori, il giovane avrebbe accusato della sparizione del suo cellulare due coetanei pakistani.

I tre ragazzi sono stati identificati dai militari dell’Arma. Successivamente, i carabinieri hanno ricevuto, da parte dei responsabili del Centro di accoglienza, una denuncia-querela per le ipotesi di danneggiamento e minacce. Sono poi in corso ulteriori accertamenti su quanto segnalato dal minorenne egiziano, ossia sul presunto furto del telefonino.

Attualmente a Cervignano, nell’ex caserma della guardia di finanza, sono ospitati 23 minorenni stranieri non accompagnati.

«Si è trattato – commenta il sindaco di Cervignano, Andrea Balducci – di un isolato episodio di intemperanza. Tutti sanno che sono favorevole ad un modello di accoglienza responsabile. Ma sono anche assolutamente convinto che non ci deve essere posto per chi non rispetta le regole o non segue i percorsi di studio o di avviamento al lavoro proposti dalla Comunità di accoglienza.

Nella giornata di domenica, in seguito alla segnalazione di Oikos e grazie al tempestivo ed efficace intervento dei carabinieri coordinati dal comandante Antonio Somma, il ragazzo è stato immediatamente allontanato. Servirà da monito – conclude il primo cittadino – per gli altri ospiti».

Il giovane che ha dato in escandescenze e danneggiato la porta è stato temporaneamente trasferito in una struttura della Croce rossa italiana, in attesa di essere destinato a un nuovo centro di accoglienza.

«La nostra ong – spiega Ruben Cadau, coordinatore dell’area accoglienza di Oikos – gestisce due strutture per minori non accompagnati di secondo livello.

Non fa pronta accoglienza, ma lavora per l’integrazione socio-culturale, grazie a scuole e laboratori interni. Appena i ragazzi raggiungono un buon livello di italiano, li iscriviamo ai centri di formazione.

L’insieme delle regole all’interno delle strutture è molto chiaro e spesso si tengono, anche in collaborazione con i carabinieri, incontri sulla legalità, in modo che i ragazzi sappiano quali potrebbero essere le conseguenze in caso di comportamenti non consoni».

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