L’impianto di cremazione va in periferia progetto da oltre tre milioni a Paderno

Fontanini sposta nel quartiere l’intervento privato previsto nel cimitero di San Vito. I residenti pagheranno il 20% in meno



Il nuovo impianto di cremazione sarà pronto tra circa un anno e mezzo, sorgerà nel cimitero di Paderno e sarà realizzato e gestito dai privati. Il Comune non tirerà fuori un euro dei 3 milioni 105 mila previsti per completare l’investimento: incasserà invece 85 euro a cremazione. E ai residenti che usufruiranno del servizio sarà garantito lo sconto del 20 per cento. Ora la percentuale applicata è del 10 per cento. L’opera approvata, ieri, dalla giunta Fontanini, sarà resa possibile dal project financing pensato per rispondere a un numero di richieste che, al momento, si aggira intorno alle 1.300 cremazioni l’anno. Un numero destinato ad aumentare con l’impianto di nuova generazione, a due linee, che ridurrà anche le emissioni inquinanti. La giunta Fontanini archivia così la delibera approvata dal consiglio comunale nel precedente mandato guidato dall’ex sindaco Honsell.

Il progetto

Il “tempio crematorio”, così è stato denominato il progetto illustrato, nella sala del Popolo, dal vicesindaco e assessore ai Lavori pubblici, Loris Michelini, dovrà superare il vaglio del consiglio comunale per poter essere messo a gara. Saranno ammesse solo offerte al rialzo. Il miglior offerente dovrà realizzare l’opera e gestirla per 30 anni, questo il periodo previsto dalla concessione che il Comune sottoscriverà con l’imprenditore che si aggiudicherà l’intervento. Alla scadenza la proprietà dell’impianto diventerà pubblica. «Chi realizzerà l’opera dovrà smontare anche l’impianto esistente nel cimitero di San Vito che continua a lavorare in proroga», ha sottolineato Michelini, nel ricordare che le due linee di cremazione garantiranno il servizio anche ai comuni del medio Friuli. Farà parte del nuovo complesso pure la sala del commiato «costata – ha puntualizzato il sindaco – circa 200 mila euro e poco utilizzata». Sarà proprio il recupero della sala del commiato a favorire il contenimento dei costi.

Il voto in Consiglio

Il rifacimento dell’impianto di cremazione non è un tema nuovo a palazzo D’Aronco. Se ne parla da almeno quattro anni, da quando l’allora giunta Honsell affidò lo studio di fattibilità all’università. Uno studio che giustificava l’intervento nel cimitero monumentale di San Vito. Rispetto a quella proposta, la giunta Fontanini fa proprio lo schema tecnico, ma sposta, come aveva annunciato in campagna elettore senza però indicare il luogo, l’impianto in un quartiere. Sarà questo uno dei punti destinati ad alimentare il confronto in aula. Chi abita a Paderno come il consigliere comunale di Prima Udine, Giovanni Marsico, parla di Paderno come fosse la Cenerentola della città. «Dispiace – afferma – che abbiano riservato questo trattamento a Paderno, considerata una Cenerentola rispetto al cimitero cittadino che forse era la sede più idonea per la realizzazione del nuovo impianto di cremazione». Pur sapendo che le emissioni dell’impianto saranno contenute, Marsico rileva ancora una volta che «in campagna elettorale il sindaco si era impegnato a non realizzare l’impianto nel cimitero di San Vito senza, però, indicare il nuovo sito». Diversi gli umori nella zona di viale Venezia dove il Comitato del Cormôr aveva contestato la prevista realizzazione dell’impianto nel cimitero monumentale di San Vito. A preoccupare il Comitato erano le eventuali emissioni inquinanti dell’impianto anche se l’amministrazione precedente come l’attuale, aveva assicurato che gli impianti di cremazione di nuova generazione garantiscono emissioni bassissime prossime allo zero.

I numeri

Mediamente in un anno l’impianto cittadino effettua circa 1.300 cremazioni. Un numero in costante crescita anche se altri impianti stanno sorgendo in diverse zone del Friuli. Fatti quattro conto, il servizio garantirà alle casse comunali oltre 100 mila euro l’anno annullando i costi di manutenzione e di gestione. —



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