Ligosullo e Treppo Carnico via libera al Comune unico

Nella comunità più piccola l’affluenza alle urne ha toccato il 71,8% All’uscita dai seggi tutti i dubbi e le speranze dei cittadini sulla nuova unione
TREPPO CARNICO. Passa il progetto di fusione fra Treppo Carnico e Ligosullo. In quest’ultimo Comune la gente si è recata alle urne in massa per il referendum sull’unione, facendo registrare un’affluenza del 71.88% anche se i “no” hanno registrato una prevalenza dei 6 voti.


Nei seggi a Treppo Carnico, dove l’affluenza complessiva è stata del 50,90% per tutta la giornata di ieri si è respirata la certezza di aver raggiunto l’obiettivo e di potersi unire con il vicino Comune di Ligosullo. Complessivamente hanno votato 460 elettori su 851 aventi diritto. Ai seggi anche una neofita del voto, ma i giovani, intesi dai 18 ai 25 anni, non si sono presentati in massa. Nessuno voleva ammetterlo apertamente, ma da più parti si è osservato che «i giovani non sentono il problema». O forse più semplicemente si sentono distanti dalla politica. Ai seggi, però, ci sono andati anche alcuni novantenni. In entrambi i Comuni i sindaci, Luigi Cortolezzis a Treppo Carnico e Giorgio Morocutti a Ligosullo, hanno espresso la loro preferenza fra i primi, alle 7 di mattina.


«Abbiamo votato per la fusione - ha commentato una coppia – ma non riteniamo giusto che se a Ligosullo vince il “no” i due Comuni debbano ugualmente unirsi». Poi però hanno aggiunto «ma in presenza di un malato terminale, non si può lasciarlo morire così, semplicemente». A Ligosullo, 128 elettori contro i 723 del vicino paese, la gente si è recata a votare con maggiore determinazione.


«I giovani sono contrari all’idea del Comune unico – ha commentato una ventenne – perderemo la nostra rappresentanza in seno al nuovo ente».


Non si teme tanto di perdere l’identità, quanto di diventare «un’altra frazione di Treppo Carnico». Una donna di Tolmezzo, giunta a Ligosullo 40 anni or sono, ha dato il voto contrario. «Così aumenteranno le spese, ma soprattutto sono contraria perché è una legge mal fatta, poco spiegata, con troppe incognite, calata dall’alto che non tiene conto di tutte le esigenze della gente di un piccolo paese lontano dalle grandi vie di comunicazione». Si porta ad esempio le scuole. «Un tempo andavamo a scuola qui, poi le hanno spostate a Treppo Carnico e fra poco dovremo andare a Paluzza». È palpabile il disagio di vivere in un paese abbarbicato sui monti. «Vedi come ci hanno trattato con le poste, qui non resterà più nulla. Nei Comuni del fondovalle non hanno idea delle nostre esigenze» fa notare un residente. All’uscita dei seggi incontriamo un gruppo di elettori, marito e moglie con i genitori anziani. «Cosa pensate di queste elezioni?» chiediamo. «Ci sono alcune cose positive e altre negative». Quando elencano le loro ragioni partono dai negativi «Saremo un’altra frazione di Treppo Carnico» esordiscono. Poi glissano sull’esporre le motivazioni favorevoli alla fusione. «Ligosullo perde, ma Treppo Carnico non vince». Ci si aspetta che anche il nuovo Comune Treppo-Ligosullo sia destinato quanto prima «a doversi accorpare con un altro più grande, Paluzza. E allora perderemo tutti». Il sindaco Giorgio Morocutti si è speso per la fusione e ha dichiarato di aver fatto il giro delle famiglie a spiegare le ragioni della fusione, ma qualcuno ai seggi ha eccepito piccato: «Non è venuto a casa nostra. Sarà andato dove era sicuro di ricevere consensi senza avere contraddittori».


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