Lignano, il comitato per il lungomare vuole salvare 350 pini

LIGNANO. Si dice pronto a usare tutti i mezzi a sua disposizione per «fermare la pazza idea di asportare il calcestruzzo della sede stradale del lungomare Trieste, operazione che mette a rischio 350 pini». L’aveva annunciata la battaglia e ora il comitato “Il lungomare è di tutti” vuole portarla avanti.
Non piace il progetto per riqualificare la via simbolo della città. Un’opera che ne cancellerà l’identità storica e che presenta non poche «stranezze».
«Il nuovo vestito del lungomare - dice – cancellerà l’identità storica del primo tratto (1935), viale Gorizia-Capanna d’oro e chi non passerà di fronte alla bacheca che ne dovrà conservare una parte nulla saprà dell’opera, unica del tipo in Italia, che Lignano possedeva».
Del secondo tratto (1937), invece, «Capanna d’oro–via Sabbiadoro, nulla sarà preservato. La cancellazione di questa identità storica apre la strada alla stranezza progettuale che prevede la rimozione della soletta in cemento armato che stabilizza i pini, mettendone a repentaglio la stabilità, con la messa a nudo dell’apparato radicale per una sua medicazione, lavoro assurdo la cui validità nessuno osa garantire. Un lavoro per un importo pari al 17% del totale. Un rimuovere e smaltire una soletta per poi doverne gettare una uguale, un invito a nozze per la Corte dei conti».
Non piace al comitato neanche la volontà di «rimarcare la primordiale divisione del lungomare in due tratti distinti e proporre due diverse altimetrie e non l’attuale complanarità, interrompendo la percezione visiva di linearità del viale».
Così come non si gradisce «l’assurda serie di dossi, lunghi tra i 15 e gli 80 metri, 9 dossi negli 800 metri di lungomare est, una prospettiva di saliscendi pavimentale certamente entusiasmante da vedere e soprattutto da percorrere anziché una gradevole complanarità. Dossi rallentatori che la zona 30, da sud di via Latisana al mare, prospettata nel Piano generale del traffico urbano per sua particolarità rende inutili».
Comitato critico anche sul lungomare del presente. «La mancata, ordinaria, manutenzione stradale – dice – non ha scusanti. Non ne ha l’amministrazione che ne voleva lo sconvolgimento e lo ha lasciato deperire, non ne ha l’attuale che ne vuole la tutela. Strano che opposizione, maggioranza, uffici, non ne abbiamo riscontrato la necessità, è inconcepibile che debba essere un comitato ad accendere un cerino perché chi di dovere veda il sole».
Una manutenzione necessaria «per rispetto al turista ed evitare la vergogna dello stato di fatto». Perciò si chiede, in vista dell’estate, «di rendere perlomeno agevole la percorrenza del lungomare. Un’opera quasi inconcepibile visto che lo si deve rifare, ma giustificabile ai fini turistici».
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